2024. Per qualcuno sarà un anno come un altro, per Andrea Iannone, però, è una mezza ossessione. Perché è l’anno in cui avrà finito di scontare la (discutibile) condanna per doping e in cui, di fatto, potrebbe anche tornare a fare quello che ha fatto sempre e per cui è diventato famoso: correre in moto. Lui, il diretto interessato, ha sempre detto che l’unica definizione che sente veramente sua è “pilota”, ma sono stati in tanti, in questi anni, a sostenere che ormai la sua vita è un’altra, che ormai il suo mondo è più quello dello spettacolo, al limite dei social network, rispetto a quello, più sanguigno, dell’asfalto e dei cordoli. Tra questi, però, non c’è Carlo Pernat, uno che lo conosce bene e che di Iannone è stato anche manager. Come la pensa sul possibile ritorno in pista dell’abruzzese ce lo ha detto qualche giorno fa, mentre, in una intervista, parlavamo di mercato piloti e di contratti che non prevedono una retribuzione per le sprint race.
Le parole spese per Iannone non le abbiamo riportate subito, ma abbiamo preferito, come si dice in gergo, fare un titolo a parte. Perché potrebbero rappresentare la vera bomba di mercato del 2024. “Signori miei – ci ha detto Pernat con il suo solito fare istrionico – Iannone è un talento pazzesco, non bastano mica quattro anni per seppellire il talento. Quello resta sempre e secondo me lui, anche se non lo dice, ha in testa di tornare”. Proviamo a osservare che un conto è avere in testa di tornare e un altro conto è avere l’occasione di tornare, ma Pernat se ne esce così: “In questa MotoGP in cui il marketing è diventato predominate, io, da uomo di marketing, un rischio su Iannone me lo prenderei. Magari qualche team ci proverà. Vincerà? Sarà veloce? Non lo so, ma sarebbe comunque un colpaccio dal punto di vista mediatico”.
Nelle corse in moto, però, i risultati contano ancora, con il manager genovese che è comunque convinto che Andrea Iannone potrebbe fare bene. “A me viene da dire che lo rivedremo in un mondiale – ha spiegato – Forse non sarà la MotoGP, magari sarà la Superbike, ma qualcuno che l’anno prossimo, quando avrà finito di scontare gli anni di squalifica gli offrirà una sella ci sarà. Io ne sono convinto. Anche perché Andrea s’è sempre allenato di brutto, non s’è mai realmente sganciato dal motorsport e, se andiamo a guardare, è un classe 1989. Nel 2024, quindi, avrà 35 anni. Chiedetelo a Valentino Rossi se si può essere ancora veloci a 35 anni. Il Dottore, forse ce lo siamo dimenticati, stava per vincere un mondiale a 36 anni suonati”.