Jorge Martin merita la Ducati del Team Lenovo. Su questo non c’è alcun dubbio, ma c’è qualcosa che a Martin sfugge: la meritano anche gli altri. E vincere potrebbe non bastare. Aiuterebbe, probabilmente, anche il chiederla in una maniera diversa. Ecco perché le parole affidate a Sky dal dominatore di Le Mans suonano più da affermazioni che innervosiscono piuttosto che dal sacrosanto sfogo di un pilota che si sente in discussione nonostante è puntualmente davanti a tutti. “Caz*o, a volte mi chiedo cosa altro devo fare” – ha detto Martin ai microfoni del dopo gp. Aggiungendo, poi: “Me lo chiedo, ma poi mi rispondo che devo solo stare tranquillo, questo potrebbe essere il mio anno e alla fine sono in una grande squadra, con un grande gruppo e devo pensare solo a fare bene quest’anno”.
Il giovane pilota spagnolo sente di aver maturato un diritto, perché è vero che sbaglia pochissimo e che quando non è primo è comunque tra i primi, oltre che comanda la classifica generale con 38 punti di distacco da Pecco e 40 da Bastianini e Marquez. Ma la sua vittoria non può togliere l’attenzione dal fatto che Marc Marquez, oggi, partiva dalla tredicesima posizione, o dal fatto che Enea Bastianini, negli ultimi dieci giri di Le Mans, ha strappato tempi che gli altri, lui compreso, non avrebbero neanche potuto sognarsi a quel punto della gara. La scelta di Ducati è difficile e tutto potrebbe fare la differenza. Compreso, quindi, il modo di approcciarsi e il carattere che si mostra nelle dichiarazioni pubbliche. Uno, Enea Bastianini, dice “sarà una bella sfida, capisco che sarà difficilissimo scegliere”, l’altro, Marc Marquez, che addirittura dice “non importa il colore, ma certo che mi piacerebbe una moto aggiornata all’ultima evoluzione possibile”, mentre Martin, invece, sembra dire “pretendo”. Suona diverso e potrebbe generare un effetto inverso. Ecco, quindi, che i risultati da soli potrebbero non bastare, visto che la certezza assoluta in Ducati adesso è una sola: ok scegliere il meglio, ma si vincerebbe lo stesso anche senza il meglio.
Ne è prova il fatto che anche oggi a Le Mans quattro Ducati hanno imposto la loro legge e che su tre di quelle quattro c’erano proprio tutti e tre i pretendenti dell’altra Desmosedici tutta rossa. Le quotazioni di Martin al momento sono altissime e non potrebbe essere altrimenti dopo l’incredibile prova di forza di Le Mans, ma i modi rischiano di contare. Così come oggi, nel GP di Le Mans, è contato, e tanto, riuscire a mantenere la calma nella fase più calda della gara. “Non ho fatto una bella partenza – ha raccontato - ma il passo era molto buono perché piano piano accumulavo margine da quelli dietro. Oggi era difficile stare davanti per la temperatura. Ci ho provato, anche se non nascondo che a un certo punto ho pensato anche di accontentarmi e finire secondo”.
Parole che dimostrano che Jorge Martin riesce a ragionare molto più che in passato, senza lasciarsi prendere dall’adrenalina della bagarre e che c’è la consapevolezza che, al di là del mercato, questo può davvero essere l’anno giusto per lui per salire sul tetto del mondo. “Sono molto felice di aver vinto con Marc e Pecco – ha concluso - sono due campioni incredibili a mio fianco. Non dobbiamo dimostrare niente a nessuno, dobbiamo correre per noi per far diventare Pramac la numero uno: questo weekend a Le Mans è stato perfetto. Avevo imparato il sorpasso che ho fatto a Pecco oggi, l'avevo già fatto l'anno scorso: ho preso dei rischi per avere una bella linea in uscita. Sono contento perché ho capito bene le linee di Pecco, ho studiato ed è stata una gara intelligente. Ognuno deve avere nella testa quello che serve: devo correre per me, non posso controllare quello che dice la gente. Faccio al cento per cento quello che posso controllare, sto lavorando per essere sempre più forte".