La Sprint Race di Le Mans della MotoGP è stata strana, stesso aggettivo più volte adoperato da Pecco Bagnaia per descrivere il comportamento della sua Ducati. Dalla seconda casella, una partenza a rilento lo ha relegato in quindicesima piazza dopo solamente tre curve. Altri tre giri scarsi, poi, per vederlo surfare sulla ghiaia esterna alla curva del Museo. "La moto si impennava in maniera insolita in accelerazione e Pecco giustamente provava a forzare un po' in frenata" - ha spiegato Davide Tardozzi a Sky (qui ne parliamo più approfonditamente), ribadendo come la seconda GP24 di Pecco (la prima, la sua preferita, è rimasta ai box per precauzione vista la scivolata di questa mattina) fosse effettivamente inguidabile, tanto da portare il campione del mondo in carica al ritiro al giro quattro, quando con un piccolo ma significativo gesto di stizza ha lasciato la rossa in mano ai suoi meccanici. La Sprint Race di Le Mans è stata strana perché, a parte un'ottima rimonta di Enea Bastianini (quarto, dopo essere scattato dalla decima casella) e qualche affondo degno di nota siglato Pedro Acosta (sesto), non ci sono stati chissà quali sorpassi, eppure questi tredici giri a manetta del sabato francese ci hanno tenuti incollati al televisore.
Prima per la magistrale partenza di Marc Marquez, un qualcosa di paragonabile a Valencia 2012 quando in Moto2 - dall'ultima piazza - dribblò tre quarti dello schieramento in mezzo settore. Oggi il 93 ne ha scartati "appena" sette nelle prime quattro curve, scegliendo sempre il pertugio giusto in cui infilare la sua Ducati azzurra, tredicesima sulla grigla di partenza date le sventurate qualifiche: in mezzo alle GP24 di Pecco ed Enea allo stacco della frizione e poi defilato all'esterno in approccio della "esse" di Dunlop, dove ha staccato più tardi di tutti ed è andato a girare in sesta posizione, togliendosi lo sfizio di sbarazzarsi di Di Giannantonio (settimo sulla bandiera a scacchi) poco più tardi, in percorrenza della Chapelle, una lunga piega a destra in discesa. Il quarto posto Marc se l'è gudagnato con un ingresso pulito su Vinales al Garage Bleu (sempre nel corso del primo giro), il terzo l'ha ereditato grazie al doppio long lap penalty inflitto ad Aleix Espargaró (quinto al traguardo) per partenza anticipata, il secondo avvantaggiandosi della scivolata di Marco Bezzecchi al decimo giro, quando Marquez cominciava a pestare sul cronometro e a fare pressione sul 72 per una medaglia d'argento che alla fine si è decisamente meritato. Il bronzo è andato ad un ottimo Maverick Vinales, che si aspettava di più dalla sua Aprilia dopo le prove ma si è detto felice del podio dopo una guida in difesa, l'oro a Jorge Martín, che ormai nelle Sprint Race è talmente perfetto e inscalfibile da far credere che questa sia la normalità. È partito dalla pole forte del giro più veloce della storia registrato da un uomo su due ruote a Le Mans ed in testa è rimasto per tutta la gara, dando la sensazione di nascondere ancora tanti assi nella manica.
Sono tre su cinque le vittorie al sabato per Jorge in questo avvio di 2024, che lo vede allungare in classifica: dopo la Sprint odierna, Martín ha ventinove punti di vantaggio su Pecco Bagnaia, ventotto su un Enea Bastianini soddisfatto della costanza, ma infastidito per non aver ancora avuto l'occasione di fare la differenza. Sono andati a punti, nel sabato strano di Le Mans, anche Jack Miller e Raul Fernandez, che ha ricevuto i complimenti di Massimo Rivola. Decimo Fabio Quartararo, Diablo e beniamino di casa, che ha pagato la poca esplosività della sua M1 al primo giro. Dodicesimo Franco Morbidelli, condannato da una brutta partenza. Diciottesimo, a 28 secondi da Martín, Luca Marini con la Honda. Per la MotoGP a Le Mans, appuntamento domani alle 14. Potrebbe piovere.