Ha dovuto fare i conti con la gamba che lo tormenta da ormai trent’anni, ma adesso Alberto Puig è tornato e ha ripreso il timone del box di HRC. E, come nel suo stile da leader che ci mette sempre la faccia, non s’è sottratto alle interviste. Non si può dire che sorrida, perché la verità è che Alberto Puig non sorride mai e ha quella maschera lì da eterno burbero scontento, però si capisce che adesso ha l’aria di uno che sente che l’interno, ormai è messo alle spalle. Sia dal punto di vista personale, visto che la sua gamba è sempre a rischio amputazione, sia da punto di vista sportivo, visto che la Honda è tornata a avvicinarsi alle Ducati anche in Qatar.

Ecco, è proprio sul “rinascere” che l’ex pilota e oggi manager spagnolo fissa il centro di tutto in questi giorni che HRC è con i collaudatori Bradl e Espargarò a Valencia. “Una buona squadra – dice – è quella che riesce a non restare impantanata e continua a tentare. Quando sei nella me*da devi trovare la forza di venirne fuori”. E’ la sopravvivenza secondo Alberto Puig che, però, adesso gioca pure la parte di quello che deve frenare gli entusiasmi. “E’ giusto – aggiunge – essere ragionevolmente contenti, ma le aspettative devono crescere e stiamo lavorando per questo. Honda deve ambire a ben altre posizioni”. Un modo per dire che ok l’aver ritrovato un minimo di sorriso, ma la strada da fare è tantissima. Anche perché, almeno da un punto di vista tecnico, è cambiato poco o niente. Di diverso, semmai, c’è stata la cura di Romano Albesiano, che non ha stravolto il progetto della RC213V, ma ha messo le mani nei punti giusti. “La moto del 2025 non è radicalmente diversa dall'anno scorso – precisa - ma abbiamo lavorato su dettagli che stanno facendo la differenza”. Migliorie nella gestione del gas, linearità di potenza e un feeling ridisegnato per i piloti. “Il primo tocco di acceleratore ora è più prevedibile e il motore risponde in modo coerente e dolce - prosegue Puig – Tutto è un pochino più facile da controllare e questo lo dicono tutti i nostri piloti adesso”.

Per le novità vere, anche se Honda è a Valencia proprio in queste ore con i collaudatori, bisognerà aspettare Jerez: “Arriveranno novità importanti, soprattutto nell'area che ci manca”. Il riferimento, manco a dirlo, è alla velocità di punta, vera debolezza di una RC213V che perde tantissimo rispetto ai rivali. “Se non vai forte sul rettilineo – spiega cinicamente Puig – poi non puoi superare in frenata. Serve più potenza, senza però perdere in quei punti in cui siamo riusciti a guadagnare”. E’ la sfida che gli ingegneri giapponesi si sono dati, sotto la guida e i suggerimenti di Romano Albesiano, con il test in corso a Valencia che verosimilmente servirà anche a capire quale materiale sottoporre a Jerez, nel test ufficiale del prossimo 28 aprile, ai piloti titolari. “Quel test – conclude il manager di Honda – ci dirà se siamo o meno sulla strada giusta”.
Questioni tecniche a parte, però, Puig ci tiene anche a precisare la posizione di Honda rispetto alla polemica che ha imperversato nelle ultime settimane, quando l’associazione dei costruttori ha negato a Jorge Martin e Aprilia di effettuare un test con una MotoGP prima del rientro in pista del campione del mondo spagnolo. Perché nel paddock sono circolate voci secondo cui gli altri costruttori, Ducati compresa, erano propensi a accordare un “ok”, mentre il “no categorico” sarebbe arrivato proprio da Honda. “Non siamo stati noi a opporci – ha affermato – Tutti i costruttori hanno concordato di cambiare ciò che dice la regola, ma solo dal 2026”.
