In Qatar, probabilmente per la prima volta in questo 2025, Gigi Dall’Igna ha sentito “l’odore” degli avversari. Ok, messa così è equivoca e si presta pure a interpretazioni poco sportive, ma è solo il modo per dire che l’ingegnere italiano è uno che vede troppo avanti per farci pensare che le sue parole non siano il segno di qualcosa di cui si è reso conto. Di cosa? Del fatto che gli altri stanno cominciando a arrivare e che, quindi, in Ducati nessuno deve neanche pensare di poter provare a rilassarci. Tutto è ancora da vincere. Lo ha spiegato proprio Dall’Igna con un passaggio veloce, ma decisamente significativo, della sua ormai tradizionale analisi del mercoledì sul week end di gara appena messo in archivio.

Il primo in cui KTM, con Vinales, ma anche Honda, con Zarco, e Yamaha, con Quartararo in qualifica, hanno fatto più “paura” del solito. “La nostra ventunesima vittoria consecutiva – ha scritto Dall’Igna – ha avuto un sapore intenso contro avversari agguerriti, pronti a dimostrare tutta la loro temibilità. Un successo che, alla luce dello svolgimento del fine settimana di gara, ci esorta a non abbassare mai la guardia”. Parole da ingegnere che riesce a vedere oltre, quindi, che non si limitano a sottolineare che anche a Lusail è stato ancora dominio Ducati “con cinque moto nelle prime sei posizioni, in una competizione che ha confermato ancora una volta la supremazia dei colori del team”.

Insomma, ok la festa, ok il dominio incontrastato, ma guai a pensare che possa essere fatta e che gli altri non riusciranno a far sentire il fiato sul collo della Ducati. E’ il messaggio neanche troppo implicito che Dall’Igna ha infilato nella sua disamina, prima di tornare a dimostrare non solo quanto è innamorato perso di Marc Marquez, ma di tutte le sue Desmosedici e dei piloti che le portano in pista. Sì, ok, con qualche parola in più per il 93 che, però, se le è oggettivamente meritate. “Marc, in un esercizio di stile, ha dimostrato ancora una volta tutta la sua forza – ha scritto Dall’Igna - ma soprattutto l’abilità tattica e la sagacia competitiva nel saper leggere la corsa e modulare le risorse nei momenti cruciali, ottimizzando tempi e modalità per l’attacco finale. Ha così siglato la terza vittoria in quattro gare lunghe, la settima su otto disputate finora. Pole position, Sprint Race, Gran Premio e giro veloce su un tracciato che non lo vedeva primeggiare da oltre un decennio: non era uno dei suoi circuiti preferiti, e questo rende il trionfo ancora più brillante”.
Un trionfo facilitato, di fatto, dalle armi che Pecco Bagnaia s’è spuntato da solo, cadendo in qualifica e relegandosi a partire dall’undicesima casella in griglia. Ma rendendosi anche protagonista di una gran rimonta domenica. “Soddisfazione – ha proseguito Dall’Igna - anche per la gara di Pecco: una lotta degna del suo rango, limitata solo da una partenza in griglia troppo arretrata, che lo ha costretto a dispiegare subito energie preziose per risalire, privandolo della possibilità di conservarle per il finale. Un prezzo inevitabile. Applausi anche a un emozionante Franco Morbidelli per un podio più che meritato: questo ottimo avvio di campionato conferma la sua solidità e quella del team. Fermin Aldeguer si è riconfermato dopo la Sprint Race e il GP di Austin con un quinto posto che sottolinea l’adattamento costante, il talento e il lavoro di squadra: un soffio di freschezza e un sorriso luminoso per chiudere un weekend importante”. Senza neanche una parola per Alex Marquez e Fabio Di Giannantonio.
