A La Zanzara, su Radio 24, Giuseppe Cruciani ha commentato duramente le recenti dichiarazioni del ministro dello Sport Andrea Abodi, intervenuto sul tema delle scommesse nel calcio. Il giornalista e conduttore ha preso le difese dei calciatori coinvolti, in particolare Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, esprimendo perplessità sull’opportunità di escluderli dalla Nazionale, una misura caldeggiata dal ministro Abodi.
«Allora ragazzi – le parole di Crux – la prima persona con cui me la prendo questa sera è un attuale ministro del governo italiano di centrodestra. È il ministro credo, dello sport. Si chiama Abodi, si chiama Abodi, amico di Parenzo sicuramente. Signor Abodi, ministro dello Sport».
Cruciani ha poi proseguito, contestando la portata della sanzione simbolica invocata da Abodi e ribadendo che i calciatori hanno già affrontato le conseguenze delle loro azioni: «Allora, ha detto, pensa te, pensa te che cosa ha detto: “Via dalla Nazionale chi ha scommesso. I giocatori che scommettono devono andare via dalla nazionale”. Allora, che frase è? Ma che frase è? Tutti possono sbagliare. E Tonali e Fagioli, due giocatori coinvolti e sono quelli principali, non hanno ammazzato nessuno, al massimo hanno fatto del male a loro stessi».

Per chiarire il contesto: Tonali e Fagioli sono stati coinvolti in un’indagine sulle scommesse illegali nel mondo del calcio. Le autorità hanno accertato che i due calciatori hanno scommesso, anche se su sport differenti dal calcio. Secondo il regolamento della Figc (Federazione Italiana Giuoco Calcio), i tesserati però non possono scommettere su alcun evento sportivo, indipendentemente dallo sport o dalla categoria. Entrambi hanno ricevuto sanzioni e sono stati inseriti in percorsi di recupero e sostegno psicologico. Fagioli ha scontato una squalifica di sette mesi; Tonali ha patteggiato una sanzione simile.
Cruciani ha evidenziato come, a suo avviso, la questione venga trattata in modo sproporzionato: «Uno può giocarsi tutti i soldi che vuole. Ovviamente poi se vai contro il regolamento vieni punito. E loro sono stati puniti, hanno già pagato, tutto il resto è gogna pura. È pura gogna. Uno schifo, ma che ce ne frega a noi se questi hanno buttato centinaia di migliaia di euro giocando a poker, giocandosi il basket? Basta che non abbiano giocato sulle partite di pallone. E poi chi se ne fotte?».
Nel suo intervento, Cruciani ha anche messo in discussione l’uniformità dei principi garantisti invocati nella politica italiana: «Hanno pagato e lui deve uscirsene dicendo “eh, via dalla Nazionale”. Della serie, aprire la bocca per dire “esisto anche io, devo dire per forza qualcosa”. Ma dai, su una cosa vergognosa, dai. E poi fanno i garantisti. Fanno i garantisti solo con la Santanchè, con due giocatori di pallone che hanno già pagato, giù botte, la gogna, “fuori dalla Nazionale”. Ma dai, su».

Il riferimento finale è alla ministra del Turismo Daniela Santanchè, attualmente indagata per presunte irregolarità nella gestione di alcune società. Cruciani, insomma, mette in luce quella che ritiene una differenza di trattamento tra esponenti del mondo politico ancora al loro posto e giovani sportivi già sottoposti a provvedimenti disciplinari. Il tema resta aperto: quale dev’essere il confine tra la responsabilità sportiva e quella morale? E, una volta scontata una pena, si ha diritto al reintegro pieno, anche in una rappresentativa nazionale, o è legittimo pretendere uno “standard etico” più elevato per chi indossa la maglia azzurra? La discussione, come spesso accade, continua ben oltre i confini dello sport.
