A Jerez ha goduto di brutto, ma s’è anche altrettanto incaz*ato. Paolo Simoncelli l’ha raccontato nell’ormai tradizionale resoconto affidato al blog della sua Squadra Corse SIC58. I modi sono quelli di sempre: schietti e diretti. E pure i toni: sempre colorati e provocatori. Con un Paolo che questa volta, però, vuole cominciare da ciò che gli è piaciuto davvero e che lo ha riportato al passato in un solo fine settimana. Ma che lo fa anche sperare per il futuro.
“A Jerez c’era davvero tanta gente – ha scritto - Ero sul muretto fuori dai box, ho alzato gli occhi, mi sono guardato intorno e mi sono sentito attraversato dal calore dei tantissimi tifosi e boom, salto nel passato: Imola anni 70. La collina alle spalle della curva Rivazza affollata di gente. Che tempi! A Jerez s’è mormorato di 300mila presenze che hanno potuto godere di gare appassionanti e adrenaliniche. Una performance epica per le due ruote”.
E’ così che Simoncelli ha definito l’ultimo fine settimana, in particolare per quanto riguarda la MotoGP, liquidando in sole due righe il suo giudizio sulla battaglia pazzesca vista in pista tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez: “Resto dell’idea che Marc Marquez sia un valore aggiunto per lo spettacolo, ma questa volta Pecco Bagnaia è stato eroico. Lo abbraccio e gli faccio i miei complimenti”. Più parole, invece, le ha spese rispetto alle solite discussioni sui duelli troppo vivaci, sui piloti da punire e sulle troppe chiacchiere che si fanno rispetto a ciò che invece fanno i piloti in pista. “Abbiamo assistito a due gare entusiasmanti della MotoGP, sia la sprint race che la classica gara e io mi chiedo perché, gli opinionisti della domenica sono sempre pronti, sempre, a puntare il dito e criticare tutti coloro che tentano di vincere, se ovviamente non va a discapito dei loro pupilli. Mi spiego meglio: commentare é il lavoro più facile del mondo, lo sto facendo anche io ora, lo fanno tutti al bar, come si dice: siamo tutti fenomeni fuori dal campo di gioco! Ma spero di farlo immedesimandomi e con cognizione di causa, quindi mi chiedo come mai almeno una volta questi opinionisti non si possano mettere nei panni dei piloti che rischiano la vita tutte le gare regalandoci emozioni pazzesche. Io penso che non sia così semplice non sgarrare mai quando si è al limite e si stanno compiendo imprese fuori dagli schemi, si può perdonare qualcosa o siamo la polizia? Vogliamo gare piatte e incolore o vogliamo un po’ di brio?”
Domande legittime. E da appassionato vero che conosce bene lo spirito dei piloti e che nel nome di quello spirito ha anche sofferto il più atroce dei dolori. Ma le corse sono vita e futuro e Paolo Simoncelli è preoccupato anche per la strada che si sta prendendo nelle così dette categorie minori. “La Moto3 – ha tuonato – è diventata la sagra delle penalità. Ma io sono contento delle gare che i piloti della SIC58 hanno disputato a Jerez, in un circuito che per me è pieno di ricordi. Farioli e Lunetta hanno avuto delle qualifiche difficili a causa di paranoie e turni bagnati, ma alla fine si sono riscattati in gara. Il primo partiva tredicesimo e mi ha fatto scoprire un lato di lui che non conoscevo: è aggressivo, determinato e preciso anche in bagarre, ammetto che non me l’aspettavo, è poi arrivato davanti al gruppo con cui si è dato battaglia tutto il tempo. A Lunetta l’esperienza acquisita nelle gare precedenti, i problemi e i briefing sono serviti: ha iniziato a divertirsi e ha guidato un’ Honda come deve essere guidata. Direi bene. I test che si sono svolti in questi giorni inoltre hanno confermato le mie sensazioni: i piloti sono andati forte provando alcune soluzioni nuove. Ora non rimane che aspettare il responso di Le Mans che ci dirà il vero…”