Grazie. Marco Bezzecchi nella sala stampa di Assen l’avrà ripetuto almeno venti volte, dopo una domenica da protagonista e un podio che suona di goduria vera per una Aprilia che s’è ritrovata, suo malgrado, nel bel mezzo di una tempesta. Sì, Jorge Martìn vorrebbe andare via, probabilmente perché non considera la RS-GP abbastanza competitiva e la risposta perfetta allo spagnolo (e al suo manager Albert Valera) l’ha confezionata proprio il Bez in pista. Badando bene, però, di ringraziare chiunque come se quello a cui dire grazie veramente non fosse lui. Insomma, spirito guascone e anima grata per un ragazzo che oggi a Assen ha messo in cassaforte molto più di venti punti. E che dal chiacchiericcio che si fa vuole tenersi il più lontano possibile, pur ribadendo l’unica cosa che gli sta a cuore davvero: mettere in chiaro che in Aprilia si lavora da matti e si lavora bene.

“La questione Martìn non mi riguarda in alcun modo e non influisce – ha detto - La mia relazione con Aprilia è fantastica, loro mi hanno accolto in modo grandioso. La factory sta lavorando benissimo, posso solo cercare di ripagarli dando tutto in ogni curva ed è quello che sto facendo in ogni fine settimana”. E che a Assen gli è anche riuscito, con tanto di commento alla Bezzecchi: “Grazie al lavoro fatto sono stato competitivo in ogni momento della gara, ho lottato sempre, sono stato al limite e ho sempre attaccato, non ho mai dovuto gestire le gomme e ho potuto rischiare in ogni curva come un bastardo. Mi sono divertito, ma direi che è stata meglio Silverstone perché una vittoria è sempre una vittoria".
Dire grazie, insomma, pure per i rischi che si possono prendere in gara, con un traverso che probabilmente resterà nella storia e un secondo posto che racconta tanto anche dei progressi fatti. “Sono contento della qualifica – ha spiegato il Bez - è uno step che andava fatto perché non si poteva continuare a faticare così. Ma allo stesso tempo non bisogna accontentarsi, dovremo essere sempre più bravi. La nuova aerodinamica? E’ molto simile a quella precedente. Ma è migliore senza dubbio e aiuta in alcuni punti della pista. Oggi facevo alcuni piccoli errori nelle curve dieci e undici dal venerdi e ci ho lavorato: sono andato a guardarmi i video dei miei rivali e dopo sono migliorato. Ma non è bastato per tentare di superare Marc”.
L’otto volte campione del mondo, in effetti, è sembrato a tiro per tutta la gara, ma poi ha dimostrato di averne di più nel finale per quello strappo che ha spento le velleità di Bezzecchi , che poi in sala stampa ha ripetuto l’ennesimo grazie. “Ho cercato più di stargli vicino che di superarlo grazie anche a tutti i tifosi – ha aggiunto - Onestamente l'unico punto in cui ero abbastanza veloce da poter attaccare era la frenata dell'ultima chicane. Ho passato Alex e Pecco lì, ma Marc era leggermente più veloce alla quindici. L'ho sempre raggiunto nei punti sbagliati della pista. Io ero al limite, lo sono stato per tutta la gara e per questo non ho mai avuto realmente l'opportunità di provarci, è stata più, come ho detto, una lotta a cercare di stargli vicino. Ma sono felice, ho fatto il massimo in ogni giro. Lui è forte ovunque e nelle curve a sinistra ha questa dote di essere molto veloce. Ma devo dire che non mi ha staccato poi tanto, vedendo lui sono anche migliorato, ho cercato di capire come faceva. Le Ducati possono mantenere quel passo gestendo un po' di più la situazione, mentre io per girare su quel passo sono veramente impiccato. Ci stiamo lavorando e i ragazzi in fabbrica e qui stanno facendo i matti, sono molto contento e soddisfatto dei miei ragazzi, del mio lato del box ed anche di tutta la gente a Noale". Un altro passaggio che dice tanto senza dire troppo e, soprattutto, un altro grazie messo a conclusione delle sue dichiarazioni. Per finire come aveva iniziato e magari – anche senza esplicitarlo – per dimostrare che non serve prendere parte a dispute che non riguardano strettamente i diretti interessati.
Chi, invece, ha deciso di dire la sua sulla vicenda contrattuale di cui parla tutta la MotoGP è, invece, proprio il padre di Jorge Martìn, Angel. Sarà che un genitore sta sempre dalla parte dei figli, sarà che era presente a Assen, ma Angel Martìn s’è lasciato andare a un vero e proprio sfogo sui suoi profili social, pubblicando una storia che lascia poco spazio alle interpretazioni. “Chiunque pensi che Jorge prenda decisioni sul suo futuro in base al denaro, semplicemente non lo conosce - scrive papà Angel - Se così fosse, non sarebbe dove è ora. Non è mai stato così e sono sicuro che non lo sarà mai. Mi addolora vedere con quanta superficialità alcune persone osino esprimere le proprie opinioni e dare giudizi senza sapere quasi nulla di ciò che sta realmente accadendo. Sentono solo una versione, quella di chi controlla la narrazione. E nel frattempo è molto facile puntare il dito e criticare chi non può difendersi, chi ha le mani legate. Non voglio che tutti apprezzino Jorge perché tutti abbiamo i nostri piloti preferiti, le nostre simpatie e antipatie, ma per qualche motivo a Jorge è stato affibbiato il ruolo del cattivo. Non posso sopportare di assistere a un danno così ingiusto che gli viene arrecato, perché la persona che è, quella che molti non conoscono veramente, è lontana anni luce dall'immagine distorta che alcuni insistono a dipingere. Vi chiedo solo una cosa: pensate con la vostra testa. Guardate oltre. Non accontentatevi di ciò che viene dato per scontato. Cercate la verità con i vostri occhi"
