Mi si nota di più quando ci sono o quando non ci sono? Nanni Moretti se l’è chiesto in un celebre film e quella domanda avrebbe una risposta al di là di ogni ragionevole dubbio se porsela fosse Jorge Martìn. Perché è vero che è fortissimo e è il campione del mondo, ma a quanto pare riesce a far parlare di se quando non c’è più di quando c’è. Come? Grazie a un manager che parla più con i giornalisti che nei tavoli in cui si dovrebbe parlare. Resterà con Aprilia? Andrà via? Assisteremo a una battaglia legale di quelle toste veramente? Staremo a vedere. Quello che è sicuro è che Albert Valera e Jorge Martìn sono riusciti a scatenare un casino infernale, visto che adesso il tema contratti è sulla bocca di tutti. E visto che ora a arrabbiarsi non sono più i diretti interessati, ma pure chi apparentemente (occhio, solo apparentemente) non c’entra niente. Il rischio del precedente è dietro l’angolo e in questa MotoGP di grandi cambiamenti, nel bel mezzo del passaggio a Liberty Media, le questioni fumose sono pericolosissime per tutti. Lo ha detto chiaramente Carmelo Ezpeleta, che ha sbattuto pubblicamente i pugni per ben due volte in sole 24 ore, e lo ha ammesso anche Pit Beirer.

Che c’entra il responsabile racing di KTM con il caso Martìn-Aprilia? C’entra e c’entra tanto. Uno perché un pilota che rompe un contratto provando a far valere una clausola discutibile è un pilota che traccia una strada su cui potrebbero incamminarsi anche altri e due perché in casa KTM il nome di Albert Valera è archiviato alla voce “personaggio da evitare”. I trascorsi sono noti (Jorge Martìn che “approfitta” del Covid per sbarcare in MotoGP con Pramac Ducati), mentre sul presente c’è la paura che quello che Valera sta provando a fare con Jorge Martìn possa essere immediatamente replicato con Pedro Acosta (che è un altro dei suoi piloti). Ecco perché nei giorni scorsi Beirer c’è andato giù durissimo, facendo esplicitamente riferimento a Martìn e Aprilia, ma con un messaggio implicito che neanche troppo velatamente sembrava diretto proprio a Albert Valera e Pedro Acosta.

“La situazione è davvero allarmante – ha detto Pit Beirer a Speedweek - È inaccettabile sotto ogni aspetto che i contratti non vengano rispettati. Le case costruttrici investono enormi somme nei progetti della MotoGP e i piloti sono una componente strategica importante. Questo non è un gioco". Parole nette e che non lasciano spazio a interpretazioni, con Beirer che “approfitta” della questione Jorge Martìn per far capire a Albert Valera che prima di intavolare trattative sul futuro di Pedro Acosta dovrà sedersi al tavolo con lui. Un avviso che è chiaramente rivolto anche a Ducati, che vorrebbe Acosta a Borgo Panigale, sopra la Desmosedici del Team Pertamina Enduro VR46. Lo spagnolo, infatti, ha un contratto fino alla fine del 2027 e se da un lato è vero che anche lo stesso futuro di KTM è incerto (non è così sicuro che resti in MotoGP), dall’altro sembra legittimo e sacrosanto che prima di pensare a un qualche trasferimento bisognerà capire se e quali margini ci sono per liberarsi da quel contratto. E i margini, per un marchio come KTM che sta passando quello che sta passando, ovviamente non ci sono, visto che perdere un pilota come Acosta significherebbe perdere la fiducia (e il sostegno) di sponsor che sui dubbi ci stanno già da un pezzo. A meno del pagamento di una penale esorbitante che aiuterebbe KTM a garantirsi un futuro in MotoGP.
Beirer, senza girarci troppo intorno, conclude con una affermazione che è molto simile a una minaccia, o comunque a una previsione non certo confortante per i piloti. “Se tali pratiche continueranno a prendere piede – dice – le case si tuteleranno con contratti saranno diversi in futuro. Questo varrà anche per gli stipendi. I piloti devono sapere che ci sono solo cinque costruttori in questo paddock e che corrono il rischio di rovinare le loro possibilità future con comportamenti del genere”. Dalle parole di una intervista ai fatti per Pit Beirer il passo è stato poi brevissimo. Visto che è indiscrezione di queste ore che anche la rescissione del contratto di Enea Bastianini (che sembrava cosa già praticamente decisa con buona pace di tutti) è stata rimessa in discussione. Perché KTM vuole trattenere a tutti i costi l’italiano? No, probabilmente più per dare un segnale e mandare un messaggio a Pedro Acosta. Ma andiamo per ordine. Enea Bastianini ha un contratto diretto con KTM fino al 2027, ma in quel contratto ci sarebbe anche una clausola per l’uscita a fine 2025 subordinata al verificarsi di una serie di condizioni, tra cui la separazione tra KTM e il capotecnico Alberto Giribuola. In estrema sintesi: se Giribuola andrà via perché KTM non intenderà rinnovare l’accordo con lui, anche Bastianini potrà andare via. Sembrava pacifico che sarebbe successo, tanto che il pilota italiano e il suo capomeccanico sono stati vicinissimi a Yamaha e ultimamente ci sono state voci anche di qualche contatto con Aprilia. Ora, però, sembra che KTM abbia deciso di mettersi di traverso al grido di “i contratti vanno rispettati”, anche a costo di tenersi in casa (senza una moto, visto che probabilmente Tech3 diventerà team satellite Honda) un pilota con cui l’amore non è mai sbocciato e solo per dare un segnale chiaro a Pedro Acosta, al suo manager e, contestualmente, a Ducati e Valentino Rossi.
