Respirare, ma con una lama sulle costole e senza sapere se è un coltello che uccide o un bisturi che guarisce. E’ la situazione in cui si sta trovando in questi giorni KTM, con la scadenza del 23 maggio sempre più vicina e la promessa di restituire a creditori 600 milioni di Euro che sta inevitabilmente per essere disattesa. A sfiorare le costole, però, c’è una lama e la risalita del titolo di KTM AG in borsa di questi giorni lascia pensare che potrebbe essere un bisturi. Trovare 600 milioni sarà impossibile, ma, secondo quanto riferisce la stampa austriaca, potrebbero esserci 200 milioni pronti per tamponare e prendere ulteriore tempo. A metterli nelle mani del curatore fallimentare Peter Vogl potrebbe essere ancora una volta il colosso indiano Bajaj insieme, come avevamo anticipato anche con un po’ di timori, al gruppo canadese BRP. Nel frattempo, si stanno portando avanti trattative serrate con fondi d’investimento statunitensi come Blackrock, Fortress e King Street, mentre l’azienda ha già tagliato 1500 posti di lavoro e stabilito un nuovo stop produttivo.

“Siamo a un passo dall’accordo con un gruppo ristretto, ma motivato” – ha ammesso, come riferito da Speedweek, il portavoce Hans Lang, mentre il presidente del comitato aziendale Friedrich Baumgartner ha voluto essere più cauto: “I segnali sono positivi, ma l’accordo sulla cassa integrazione è solo il primo step”. Sullo sfondo anche la notizia del possibile arrivo di Lukas Lauda – figlio del leggendario Niki – pronto a entrare nel management come assistente del CEO Neumeister. La certezza a cui s’è aggrappata anche la borsa in questi giorni di segno più è una: se Bajaj e i fondi americani firmeranno il nuovo accordo, entro l’estate KTM tornerà a produrre a pieno ritmo e anche a riassumere gli operai ora lasciati a casa.

Mentre a Mattighofen si combatte per sopravvivere, in pista la KTM vive un paradosso: quattro piloti di talento, una RC16 ancora acerba e risultati che non bastano a avere riferimenti chiari, tanto che dopo il GP di Francia lo stato d’animo dei quattro piloti orange sembra un caleidoscopio, con Pedro Acosta e Maverick Vinales da una parte e Enea Bastianini e Brad Binder dall’altra. “Abbiamo sprecato un’opportunità – ha detto Acosta nella sala stampa di Le Mans – Oggi è andata piuttosto bene e io cresco come pilota così come anche la moto è cresciuta, ma certe scelte ci bruciano. Con la scelta delle gomme abbiamo sbagliato: serve freddezza da giocatori di poker”. Chi, invece, è del tutto soddisfatto è Maverick Vinales: “Lottavo per il podio prima dei long lap. Sul bagnato non sono mai comodo, ma è stata la mia miglior gara flag-to-flag da quando corro. Bisogna concentrarsi sulle piccole cose”.
Lavorare è il verbo per tutti, ma è chiaro che gli occhi di Vinales e Acosta nella sala stampa di Le Mans sembrano fare a cazzotti con quelli di Enea Bastianini e Brad Binder. Il sudafricano, che in Francia ha comunque avuto una grossa occasione visto il suo talento sul bagnato, è caduto nello stesso punto costato carissimo a Fabio Quartararo. E ha portato a casa un altro zero. Enea Bastianini, invece, ha chiuso tredicesimo dopo una domenica assurda e a Silverstone dovrà anche scontare una penalità per l’incidente in partenza con Pecco Bagnaia. “E’ stata una situazione ingestibile – ha raccontato Bastianini - ma almeno ho portato a casa punti. Dobbiamo solo lavorare per metterci definitivamente sulla strada giusta”.
