“Il 2026 sarà l’anno in cui dovrò fare bene per me e per nessun altro”. Pedro Acosta l’ha detto ai colleghi di Mundo Deportivo, in una intervista in cui, inevitabilmente, ha parlato anche dell’offerta avuta da Valentino Rossi per correre sulla Desmosedici del Team Pertamina Enduro VR46. Anzi, non si è trattato di una vera e propria offerta, come ha spiegato anche Uccio ormai qualche settimana fa, ma di un timido approccio per provare a capire se c’erano o meno le condizioni per costruire un futuro insieme. E entrambi hanno dovuto accorgersi che no, quella prospettiva non c’era. Troppo difficile sganciarsi da un contratto che lega Acosta a KTM per tutto il 2026 e, tutto sommato, anche troppo doloroso, per la VR46, dire addio così, senza una seconda possibilità, a Franco Morbidelli. Non se ne farà niente, per ora. Ma è chiaro, appunto, che è stato un mettersi in attesa. Con Acosta che ha anche spiegato il suo stato d’animo, quasi lasciando intendere di non averci mai creduto davvero.

“Penso che quando qualcuno viene a parlare con te devi sempre ascoltarlo – ha detto - Alla fine è anche una questione di rispetto. Sappiamo che c'è un marchio che è al di sopra degli altri, sappiamo che ci sono sei moto in pista in questo momento che sono un gradino sopra le altre, e è normale che vuoi sempre essere sulla moto migliore. Ma siamo professionisti prima di essere piloti, quindi dobbiamo continuare sulla strada intrapresa. Vedremo cosa succederà. In KTM mi hanno dato molto e io ho dato molto a loro, abbiamo un rapporto tale che ogni volta che vado in Austria passo davanti alla fabbrica come se fosse casa mia. Dobbiamo pensare con calma, manca ancora molto tempo al 2026. Dobbiamo concentrarci ora sulla seconda metà della stagione, fare bene e poi avremo il tempo di capirci qualcosa".

Sembra più sereno rispetto a qualche settimana fa, ma non certo più arreso, con Acosta che, anzi, vuole pensare fine settimana per settimana, convinto di poter almeno lottare per il podio nella seconda metà di stagione. Magari già in questo week end al Red Bull Ring, dove le KTM hanno sempre fatto molto bene. “Ora con i miglioramenti che sta apportando KTM – ha aggiunto - stiamo anche cercando di perfezionare un po' le cose e vedere se possiamo salire sul podio con costanza. Ho anche lavorato molto su me stesso e sul non perdere la calma: quando non sei abituato a queste cose che ti accadono, è ancora più dura . E’ stato un brutto anno per me, come il mio primo anno in Moto2: un inizio così difficile in un anno in cui avremmo dovuto lottare per cose importanti, è stato difficile da accettare. Ma nel momento in cui accetti che molte cose sono fuori dal tuo controllo, è allora che inizi a guardare il positivo e a cercare di migliorare gli aspetti che puoi migliorare. Non tutto è nelle tue mani. Il primo passo è accettarlo: sono sempre stato una persona abituata a pensare che tutto fosse colpa sua".
Si chiama maturazione e anche se non porta risultati immediati, come un pilota vorrebbe, è condizione necessaria per diventare campioni davvero. O almeno per provarci. Con Pedro Acosta che ammette che il sogno rimane lo stesso anche adesso che (almeno per la prossima stagione) non lo inseguirà insieme a Valentino Rossi e vestendo i colori della squadra di Tavullia: battere Marc Marquez. “In Ducati – ha concluso – hanno messo uno dei migliori piloti della storia sulla migliore moto del momento. Marc è a un livello molto alto, la Ducati è a un livello molto alto, e è chiaro che anche i ragazzi che guidano la sua stessa moto fanno fatica a batterlo. Ma, in ogni caso, penso che anche le cose difficili si possano fare".
