Essere primi e con larghissimo margine potrebbe non significare aver trascorso le vacanze senza mezzo pensiero in testa. In casa Ducati, infatti, è tempo di decisioni importanti sul 2026. No, non c’entra il mercato piloti e non c’entrano nemmeno le mille teorie sulla rivalità (che in verità non esiste ) tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez. C’entra, invece, la consapevolezza che gli altri stanno arrivando e che l’aver perso due delle otto Desmosedici schierate in pista fino alla scorsa stagione potrebbe aver influito: meno moto significa anche meno dati raccolti per pianificare ogni singolo fine settimana di gara. Ecco perché, secondo quanto si vocifera nel paddock, Gigi Dall’Igna – forte anche del fatto che nel 2026 nessuno si presenterà con grossi stravolgimenti tecnici, viste le regole – vorrebbe provare a mettere tutti i suoi piloti sullo stesso livello. Come? Mandando in pista nel 2026 sei moto identiche.

Le condizioni per farlo ci sono tutte e l’unico ostacolo (ammesso che di ostacolo si possa parlare) rischiano di essere gli accordi con il Team Pertamina Enduro VR46, l’unico che al momento, essendo team supported Ducati, può schierare una Desmosedici identica a quella di Marquez e Bagnaia. E’ chiaro che se tutti, dal prossimo anno, dovessero avere la stessa moto della squadra ufficiale, si finirebbe per annullare le differenziazioni. E potrebbe essere necessario rivedere qualche accordo, almeno dal punto di vista economico. La strada, però, sembra di fatto già tracciata, anche perché in Ducati hanno una promessa da mantenere e pure un Alex Marquez da valorizzare.

L'eccezionale rendimento del più piccolo dei fratelli di Cervera, che nella prima metà della stagione 2025 ha dimostrato di meritare sul campo l'accesso alla tecnologia più avanzata, non può essere lasciato cadere così nel vuoto, creando le basi per un ripensamento della strategia aziendale. Parallelamente, gli impegni contrattuali assunti da Ducati rappresentano un tassello fondamentale di questo scenario. Fermín Aldeguer ha nel suo accordo una clausola che gli garantisce l'accesso a una Desmosedici di ultima generazione nel 2026, dopo aver disputato la stagione da rookie con una moto "standard". Trasferirlo in Pertamina Enduro VR46, però, non è al momento una strada percorribile. Anche perché lì ci sono già un Fabio Di Giannantonio che manterrà il suo status di pilota ufficiale fino alla fine del 2026 e un Franco Morbidelli che, seppur in scadenza di contratto, nessuno della VR46 manderebbe mai via per un Fermin Aldeguer.
Il contesto normativo, inoltre, aggiunge un elemento cruciale: il 2026 sarà l'ultimo anno prima della grande rivoluzione del 2027, che introdurrà motori da 850cc, l'eliminazione di sistemi aerodinamici avanzati e una sostanziale riprogettazione delle moto. Questo scenario rende il 2026 un anno di transizione che i costruttori rivali potrebbero affrontare con investimenti limitati, concentrandosi già sui progetti futuri. Per Ducati, che ha raggiunto un vantaggio tecnico considerato incolmabile nel breve periodo, rappresenta l'opportunità ideale per massimizzare l'utilizzo della tecnologia attuale. Il congelamento dei motori dalla loro omologazione a Buriram offre inoltre a Ducati la possibilità di scegliere con cognizione di causa tra le due specifiche attualmente in uso, forte dell'esperienza e dei dati raccolti durante l'intera stagione 2025.
