I geni hanno un approccio differente, che sia nella disfatta o anche nell’individuazione di una qualche strategia. E Marc Marquez – al netto del tifo – un genio lo è, come tutti quelli che hanno un talento straordinario. Per questo le dichiarazioni (ci viene quasi da chiamarle “supercazzola”) rilasciate dopo la Sprint di Silverstone ci hanno fatto venire un grosso dubbio: è stufo e attraverso un sarcasmo spietato ha voluto far sapere a tutti che ormai aspetta solo la fine della stagione, oppure ha in mente un eclettico programma per aiutare realmente la Honda a rinascere?
L’otto volte campione del mondo, infatti, è stato protagonista di una strana manovra nei primi giri della Sprint di ieri: stava bagarrando nel mucchio quando si è letteralmente fermato, guardando dietro, prima di essere raggiunto dai piloti che lottavano in coda e rimettersi a fare la gara con loro. Quando nella sala stampa di Silverstone gli è stato chiesto conto di quella mossa, Marc Marquez ha risposto serafico: “Ho aspettato le altre Honda”. Sulle prime è sembrata una battuta al vetriolo per sottolineare che la RC213V è impossibile da far andare forte anche sull’acqua. Poi, però, il catalano ha aggiunto: “È stata una giornata difficile perché nemmeno sull’acqua le cose hanno funzionato per noi. Sì, è vero che in qualifica ho rischiato per provare a vedere se avevo un qualche margine, ma ho visto che le sensazioni non erano buone, che c'erano tante cadute e ho fatto un piccolo passo indietro. Poi in gara nella Sprint Race sono partito, non c'era feeling, non mi sentivo bene e niente: ho deciso di aspettare gli altri”.
Finire la gara, quindi, come primo obiettivo. Qualcosa che da uno come Marc Marquez non ci si aspetterebbe mai. E’ nelle successive parole, però, che l’otto volte campione del mondo lascia intendere che il suo non è solo sarcasmo e che non c’è alcuna resa. Anzi. Essere dietro, infatti, gli ha permesso di osservare il comportamento della RC213V da una prospettiva che fino ad ora non l’aveva mai riguardato. “Sono sempre stato il primo dei piloti Honda, quindi non avevo mai visto la nostra moto da dietro – ha aggiunto - Quando sei dietro la tua stessa moto ho visto chiaramente, osservando Mir, dove stavamo perdendo, dove andavano forte gli altri rispetto a noi. E’ stato un modo per studiare: in una Sprint Race non importa se sei quindicesimo o diciottesimo, tanto i punti sono zero lo stesso. E’ per questo che quando ho trovato Mir abbiamo fatto la gara insieme fino alla fine”.
Marc Marquez non ne può più e aspetta solo di arrivare a fine stagione, nell’attesa di capire se KTM potrà o no dare vita al terzo team? Oppure – consapevole che il suo contratto non scadrà prima di un altro anno e che potrebbe anche non trovare un’altra sella - l’otto volte campione del mondo è semplicemente entrato in un mood più attendista, dopo aver maturato la certezza che solo se sarà pienamente lucido e analitico rispetto alle questioni tecniche potrà davvero aiutare la Honda a dargli una moto che gli permetta di vincere ancora?