Anche quando sta sul divano ci sono di mezzo i motori e le corse. Quando l’abbiamo chiamato, Danilo Petrucci stava guardando le qualifiche della Formula 1, con la Ferrari davanti e ancora voglia di scherzare, visto che la tragedia di Luca Salvadori non aveva ancora sconvolto il motorsport italiano. Una premessa doverosa per dire che questa intervista, in cui si ricorre speso all’ironia e in cui si toccano argomenti leggeri, è stata realizzata prima che alla finale dell’IRRC in Germania accadesse quello che proprio non doveva accadere.
Danilo, a Magny Cours sei salito tre volte sul podio e adesso c’è Cremona…
Sì, c’è Cremona e speriamo di ripeterci. Perché sul podio c’è un’arietta fantastica, un’aria irresistibile per qualunque pilota.
Solo il podio?
Qualunque pilota è anche scaramantico, quindi sì: l’obiettivo è il podio. Ma di certo correrò per vincere, non ho mai conosciuto un modo diverso di correre
Ti seccherebbe se la prima vittoria dovesse arrivare in un fine settimana in cui la SBK rischia di non avere troppi titoli sui giornali?
Scherzi? Vincere è vincere
Lo so, era solo una provocazione, sul fatto che sia il mondiale Superbike che la MotoGP saranno in Italia nello stesso fine settimana…
Penso che chiunque di buon senso avrebbe evitato e se alla fine hanno fatto così, evidentemente è perché non si poteva fare altrimenti. Come piloti ci cambia poco, è sempre un fine settimana di gara e anzi, questo sarà sicuramente più bello perché saremo in Italia, per la prima volta a Cremona. Ecco, mi dispiace un po’ per gli organizzatori e per il circuito di Cremona, perché hanno voluto fortemente entrare in calendario, ci hanno creduto e investito e meritavano di avere tutta l’attenzione. Fosse per me farei sempre tutto alternato, così quando non corro con le moto guardo le moto che corrono.
Cosa ti aspetti da un circuito come Cremona, c’è stata un po’ di preoccupazione tra i piloti…
Sono curioso. Per quanto conosci una pista, correrci una gara è un’altra cosa e correrci un round del mondiale è ancora più diverso. Non parlerei di preoccupazione, ma di perplessità perché non è questione di sicurezza o cose così, ma di disegno della pista: è difficile capire dove si potrà sorpassare. Ma vedremo. Di sicuro sarà un bello spettacolo e per quanto ne so, nonostante la concomitanza con la MotoGP, sono stati venduti diversi biglietti. Il pubblico della Superbike, sai, è molto diverso da quello della MotoGP.
Cioè?
Chi segue la Superbike è appassionato vero di moto, probabilmente da tutta la vita. Tra le derivate di serie sono protagonisti i mezzi con i loro piloti più dei personaggi.
Sei polemico?
Certo che no, la MotoGP è stata il mio mondo per tanto tempo, perché dovrei essere polemico? Rispondo semplicemente a una domanda.
Allora te ne faccio un’altra, forse un po’ polemica: il pubblico della SBK avrebbe mai fischiato Marc Marquez come ha fatto quello della MotoGP?
No. Non lo avrebbe fischiato. Te l’ho detto: il pubblico della Superbike è di un’altra pasta proprio perché la SBK è più di nicchia, anche se parliamo comunque di un mondiale e numeri in ogni caso importanti. Se Marc Marquez dovesse venire a correre in Superbike magari qualche fischio lo prenderebbe anche lì, ma mi viene da dire di no.
Pensi che il 2015 non finirà mai?
Pensavo che sarebbe finito. Ma oggi mi rendo conto che no, quello che è successo tra Valentino e Marc nel 2015 non finirà mai. Ha senso tra loro due, ma tra i tifosi no.
Tu c’eri, che idea hai?
Quello che è successo veramente lo sanno solo loro due, cosa c’è stato prima, cosa si sono detti o non detti nell’arco di una intera stagione. Avrai visto che ogni volta che uno dei due ne parla si aggiunge un pezzo che tutti noi, compreso chi era nello stesso paddock, non sapevamo. Ho visto l’intervista di Valentino Rossi da Andrea Migno: bella, intensa. Oh, Migno è bravo veramente. Ci sono andato anche io e ti ritrovi a parlare libero, perché comunque sei lì a chiacchierare con un altro pilota: con uno che, insomma, parla la tua stessa lingua.
Vero, Mig Babol è strepitoso, però così usciamo dalla domanda su Vale, Marquez e il 2015…
Ognuno dei due è straconvinto di avere ragione, altrimenti dopo quasi dieci anni non se ne parlerebbe ancora. Ma lo ripeto: solo loro sanno cosa è successo. Di sicuro non è stata una bella pagina di sport per tutto quello che è accaduto dopo e intorno. Valentino è un idolo per tutti quelli della mia generazione e trovarselo in pista da avversario è qualcosa che da un punto di vista dell’emozione non si racconta e quello che ha fatto nelle corse è scritto nella storia dello sport. Il decimo lo meritava, ma non è arrivato. Lo meritava anche Jorge Lorenzo e lo ha vinto lui. Sono le corse. In quella stagione le cose non andarono bene da subito per Marquez, ma forse lui si era convinto che a escluderlo dalla lotta mondiale poteva essere stato il primo scontro con Vale. Non lo so davvero cosa è successo e non ho abbastanza elementi per prendere una posizione netta. Soprattutto dopo quasi dieci anni.
Ai tempi, insieme a Iannone e agli altri italiani, soprattutto sui social ti chiedevano di stendere Lorenzo a Valencia, così che Vale sarebbe comunque diventato campione. Ci hai mai pensato davvero?
Mai, neanche un secondo. Un pilota ama questo sport e non farebbe mai una cosa del genere. Sono assolutamente d’accordo nel dire che un pilota che non si sta giocando qualcosa non deve rompere i cogl*oni a quelli che si stanno giocando tanto. Vale nell’ipotesi di resistere oltre misura ai sorpassi, ma vale pure nell’ipotesi di andare a sportellare di proposito. Nessuno vorrebbe vincere così. In quell’anno, prima di Valencia, mi sembrava che scherzassero, che fosse un modo per sdrammatizzare: per me erano semplicemente meme sui social in cui ipotizzavano che io, o Iannone o qualcun altro stendessimo Lorenzo nell’ultima gara. Non ho mai pensato che c’era chi l’avrebbe voluto davvero.
Oggi ci pensi?
Probabilmente sarei diventato il re del mondo se l’avessi fatto (ride, ndr), osannato a destra e sinistra, ma come ho detto non m’è mai passato neanche per l’anticamera del cervello di farlo. La cosa avrebbe fatto schifo anche a chi ne avrebbe beneficiato, non ho dubbi. E ripeto: non ha senso mettersi a fare l’arbitro tra due piloti. Anche recentemente, dopo l’incidente di Aragon tra Pecco e Alex Marquez, mi è stato chiesto un commento: al di là di chi ha ragione o torto, quando un pilota che ti arriva dietro e si sta giocando un titolo va palesemente più forte non ha senso stare a resistere troppo, a meno che non si è arrivati alle ultime curve. Poi, se stiamo sullo specifico, quello è stato un incidente di gara.
Vale anche come risposta a quelli che dicono che proprio nel 2015 e proprio a Valencia ti sei fatto da parte quando Valentino ti ha raggiunto?
No che non mi sono fatto da parte. Ma se un pilota va palesemente più forte, ti sorpassa in maniera facile e è quello che è successo lì. La gente ne dice tante, non si può stare a sentire chiunque.
I fischi però, a Misano, si sono sentiti bene…
Sì, ma bisogna guardare il buono: sono stati di meno (ride, ndr). E’ una battuta, la verità è che anche uno solo è troppo. Non fa parte di questo sport fare così, anche perché significa dimenticarsi che un pilota si gioca la pelle quando sale in moto. Mi dispiace, e un po’ mi fa rabbia, che dopo tanti anni si torni ancora lì. Perché io posso capire, e capisco in pieno, i due protagonisti, visto che per loro resterà una pagina aperta finchè campano, ma non capisco chi di questa storia, in fondo, è stato solo spettatore. A una certa anche basta, no? I fischi a Marc Marquez, come a chiunque altro, sono inaccettabili, una roba brutta davvero. Quando vinsi al Mugello con la Ducati, Marc era sul podio come me. Ti svelo un retroscena: se riguardi le immagini c’è un momento in cui mi avvicino al suo orecchio. Ecco, gli stavo chiedendo scusa per quello che sentivo. Mi sono vergognato, nonostante in quel momento fossi ubriaco di gioia. Sì, gli ho chiesto scusa. Quei fischi sono ciò che cancellerei di quella giornata per me indimenticabile. Questo succede solo in Italia, altrove non fischiano i piloti. Mai. Ho molto apprezzato il gesto di Pecco sul podio di Misano e spero davvero che sia stata l’ultima volta. Anche perché se pensano di intimidire Marc Marquez con i fischi non capiscono che a uno così lo carichi di più e basta. Gli regalano qualche decimo sul polso fischiando.
Come vedi Misano 2 e la lotta mondiale?
Voglio essere originale e assolutamente non scontato: ti dico che se la giocheranno Pecco, Martin, Marquez e Bastianini. Non vedo altri protagonisti per Misano 2 e per il titolo confermo quello che dissi a inizio stagione: Pecco. Poi magari nel fine settimana pioverà e si rimescoleranno le carte, ma la lotta è quella e c’è niente da essere originali o non scontati. La goduria grande è la Ducati.
La tua Ducati…
Si capisce che ho un debole?
Lo dici in continuazione. Però che pensiero hai avuto quando hai visto che di Danilo Petrucci si diceva che non è più giovanissimo e poi è stato rinnovato il contratto di Alvaro Bautista che ha 40 anni suonati?
Il pensiero è uno solo: Bautista ha vinto gli ultimi due titoli mondiali, io no. Il rinnovo è stato giusto e Alvaro, anche se adesso ha un momento un po’ così, è ancora velocissimo. Io sognavo la Ducati ufficiale in Superbike e, anche se so che è difficilissimo pure per via dell’anagrafe, non nascondo che la sogno ancora. Anzi, Ducati rinnovando con Bautista ha dimostrato che non considera l’età un ostacolo e quindi io voglio fare meglio, sempre meglio, e vincere per fare in modo che l’anno prossimo o tra due anni mettano anche il mio nome tra quello dei papabili. Voglio meritarmelo, anche perché significherebbe vincere e fare risultati importanti in questa stagione e nella prossima, con il mio team che è fantastico anche se privato. E’ fantastico il mio team, è fantastica la Superbike: insomma dai, sono felice e ho voglia di alzarmi la mattina per allenarmi e per salire in moto e dare tutto il gas possibile. Guarda che non è una cosa da poco.
L’ultima: la MotoGP cambierà radicalmente dal 2027, credi che debba cambiare anche la Superbike?
La Superbike è bella così, ma qualcosa cambierà. Non andrei a toccare l’essenza, ma forse solo a inventare qualcosa per farla essere più attrattiva da un punto di vista dello spettacolo. C’è chi ha proposto di farla con le naked, chi di giocare come si fa con le bagger, ma io resterei sulle moto corsaiole, o magari su più moto dentro lo stesso campionato, però utilizzando davvero le stesse che circolano su strada, ma senza targa e senza specchi. Non so, non sarebbe male anche qualche gara in notturna, sulla scia del successo avuto dal CIV a Misano. Insomma dai, inventerei cose stravaganti intorno all’essenza della competizione. E poi racconterei le storie della SBK e dei personaggi che sono nella Superbike, non solo i piloti, perché c’è gente incredibile dentro ogni singolo box.