Ramon Forcada è intervenuto ancora al podcast del suo pupillo Jorge Lorenzo, "Duralavita". Il tecnico spagnolo, infatti, nella sua trentennale carriera ha lavorato con i migliori piloti del motomondiale ma proprio con il maiorchino negli otto anni passati in Yamaha (2008-2016) ha conquistato ben tre titoli mondiali. Dal 2023 è passato a fare il direttore tecnico del team Forward Racing in MotoE, ma ovviamente continua a seguire da vicino quanto accade in MotoGP. La tappa di Misano, con la seconda vittoria consecutiva di Marquez e l'errore di Martin che ha permesso a Bagnaia di rifarsi sotto è stata senza dubbio un momento fondamentale della stagione e Forcada ha commentato nel dettaglio quanto accaduto.
“Poteva accadete un cambiamento nel campionato - esordisce - ed è accaduto. Tutti gli elementi necessari perché ciò accadesse si sono verificati ed è stato spettacolare. Ricordiamoci quando Marc in Austria ha detto: 'qualche goccia, per favore'. Perché lui sa come comportarsi quando inizia a piovere o comunque in queste condizioni. Lo ha dimostrato a Misano e lo ha sempre dimostrato. Ma per me ci vorrebbe qualcosa in più, perché ha iniziato a piovere e c'era un gruppo di specialisti più o meno alla pari, ed erano tutti davanti, ma quando ha iniziato ad asciugare la capacità con cui guidava Marc è stata brutale. Se era fiducia o incoscienza spetta a Marc dirlo”. Dal GP d'Austria Marc ha trovato come far funzionare al meglio la sua Desmosedici e, infatti, i risultati sono arrivati, ma allo stesso tempo Forcada sottolinea come "Marc in campionato sta peggio di 15 giorni fa anche se non sembra, parlando di punti. Da Assen a oggi ha recuperato 5 punti al leader ma ora mancano solo sette gare alla fine della stagione", quindi ha meno occasione per continuare il suo recupero.
Il vincitore "morale" di Misano secondo il tecnico spagnolo è Pecco Bagnaia: “Ho parlato con alcune persone della Ducati a Misano, così come con molti piloti, mi hanno confermato che Pecco si stava nascondendo prima della gara. Che stava molto peggio fisicamente rispetto a quanto si sapeva dall'incidente di Aragón”.
Abbastanza impietoso, invece, il commento su quanto accaduto a Martin e sulla situazione che vive (e che dovrà a vivere) nel team Pramac che, dal 2025, passerà a Yamaha: “Per quanto riguarda la decisione sbagliata, (di Martin, ndr) ciò che mi ha sorpreso di più è che per come funziona ora la MotoGP si tiene conto di tutto, a partire dalle pressioni delle gomme. Non è sufficiente dire 'vado a 1,8 e vedremo'. Sta diventando una scienza. Se c'è una possibilità di pioggia, si dice al pilota: 'Dopo sei o cinque, o quattro giri alla fine non entrare, resta fuori'. Ma bisogna prevederlo. Poi il pilota ti ascolta o meno, ma sono rimasto sorpreso che non sia stato previsto, e Jorge lo ha detto chiaramente”. Molto lucida la disamina sul motivo di questa mancata previsione nel team Pramac: “È una squadra che sta per essere smantellata, perché l'anno prossimo non avrà né i piloti, né la moto, né più della metà delle persone. Anzi, non si sta smantellando, si sta cambiando, per ricostruire qualcosa di nuovo. Ovviamente l'ambiente non è dei migliori, ma ciò non toglie che ci siano cose da fare. Da quello che ho capito è che non è stato fatto, né bene né male, ma in questi casi serve fare delle previsioni e si fanno i calcoli”.
Infine, ha voluto sottolineare il gesto di Bagnaia di zittire i tifosi che stavano fischiano Marc sul podio: “Per me è la cosa più importante tranquillizzare la gente, perché è un atteggiamento generale. Si può pensare 'mi sto abbassando', no, ma la cosa di calmare la gente è successa altre volte in altri circuiti e altre persone avrebbero potuto farlo tranquillamente e non l'hanno fatto. Pecco l'ha fatto. Per me, per quanto riguarda il campionato in generale, bisogna pensare a che tipo di spettacolo vogliamo, se vogliamo vedere 'sporcizia' o se ci deve essere qualsiasi cosa in pista, ma deve essere uno sport nobile”.