Il Team Gresini s'è presentato nel paddock di Losail con una capra (GOAT) in omaggio a Marc Marquez. Ma, dopo la prima di stagione, l'otto volte campione del mondo ha preferito mettersi le "orecchie d'asino". E' andato tutto bene, ha potuto pure bagarrare con i più forti e alla fine ha chiuso quinto, in una posizione che fino a pochi mesi fa poteva sembrare un miraggio. Solo che invece di godere di brutto, Marc Marquez ha deciso di mettere prima di tutto la luce sugli errori che ha fatto. E su quello che ancora manca per essere davvero Marc Marquez. "Nei primi giri ho esagerato" - ha raccontato ai microfoni di Sky, lasciando interdetti tutti quelli che fino a un secondo prima s'erano giustamente sperticati di complimenti per lui. "Non ho attaccato bene alla curva uno e due, ho pagato un po' il non avere ancora pienamente in mano la moto. Nel primo giro ho esagerato perchè ho chiesto troppo alle gomme e ho pagato questo errore sulla durata".
Sembra uno scherzo, ma l'ha detto davvero. Con il sorriso in faccia, con la serenità di chi adesso è consapevole che le difficoltà vere sono realmente alle spalle, ma pure con il piglio che hanno solo i fenomeni: mai contenti. E' soddisfatto, ma di certo non è contento. Perchè qualche piccolo errore l'ha fatto e perchè come ha sempre detto, preferisce guardare quei pochi che ha davanti rispetto ai tanti che riesce a mettersi dietro. Però il quinto posto al debutto con la nuova moto è roba su cui chiunque avrebbe probabilmente messo la firma. Marc Marquez, invece, sembra rammaricarsi per quei meccanismi quasi istintivi che ha acquisito in tanti anni in sella alla Honda. E sembra quasi voler ribadire al mondo che se oggi è andata così e non meglio è solo colpa sua.
Tanto che quando dagli studi di Sky gli raccontano che Mauro Sanchini gli aveva dato un bel sette, il giudicato ha quasi ripreso il giudice: "Io mi darei più un sei - ha scherzato - Ho fatto una bella gara, sì, ma se non avessi commesso un paio di errori avrei potuto fare podio. Quando si sbaglia bisogna essere autocritici". Non ne fa un dramma, ma quei piccoli errori nei primissimi giri gli bruciano e non lo nasconde. "Spero che andrà meglio domani - ha proseguito - Sono ancora nella fase che parto dai box e non sento di poter andare forte subito. Siamo all'inizio e devo capire molte cose". Una che ha già capito, però, ammesso che servisse la prova, è che la Desmosedici non è la RC213V e è qui che il sorriso di Marc Marquez si fa ancora più largo: "Posso sorpassare in rettilineo e è qualcosa che prima non mi succedeva. Ero curioso di vedere come si potesse lottare con questa moto e ho visto già dai primi giri che si può fare bene".
Adesso che c'è il mezzo, il talento dovrà essere solo rispolverato. E, contemporaneamente, si potrà crescere ancora. "Rispetto alla Honda, la Ducati è meno impegnativa da un punto di vista fisico. E si guida in maniera completamente diversa. Dal punto di vista emotivo ero molto tranquillo, mi sono trovato subito benissimo in questo box con Nadia e tutti gli altri: io voglio sorridere sulla moto. E oggi ho sorriso. Abbiamo lottato nella top five, facendo sorpassi, non tra il decimo e il docicesimo posto. Domani darò di nuovo il 100%, ma per il momento ci sono ancora quattro o cinque piloti più forti e dobbiamo imparare da loro".