Bene non ce lo hanno trattato. Prima perché l’hanno fatto fuori dalla squadra ufficiale prima ancora di salire sulla RC213V del Team Repsol, nel 2020, dicendogli che già dall’anno successivo avrebbe vestito la tuta della squadra satellite, e poi perché non c’hanno pensato un secondo a metterlo sul mercato appena il suo contratto è scadute. Se Alex Marquez ha un po’ il dente avvelenato con Honda c’è solo da capirlo. Umanamente ci sta.
Il più piccolo dei fratelli di Cervera, però, prova a fare una analisi oggettiva degli anni trascorsi all’ombra dell’Ala Dorata e, inevitabilmente, finisce per parlare di suo fratello Marc. “Quando Marc si è fatto male sono iniziati i problemi – ha spiegato a SoloMoto.es – Non hanno ascoltato nessuno, per noi piloti è stato difficile, perché senza Marc quelli di Honda hanno letteralmente perso la bussola, non sapevano dove andare”. Risultati zero e frustrazione alle stelle per Alex Marquez, che comunque racconta un clima di totale disinteresse verso l’opinione degli altri piloti che ha raccontato anche Pol Espargarò.
Qualcosa che, almeno a giudicare dai primi mesi di lavoro, secondo Alex Marquez non potrà mai accadere in Ducati, dove anche l’ultimo dei piloti dell’ultimo dei team satellite è tenuto in considerazione. “Con gli altri sette piloti che guidano la Desmosedici si tende a creare sinergia – ha spiegato – Una collaborazione che rende migliori tutti, perché è anche stimolante dal punto di vista della crescita. Avendo tante informazioni a portata di mano, tra l’altro, diventa più facile non perdersi potendo contare sui riferimenti degli altri. Essere con Gresini e Ducati è fantastico e il mio entusiasmo è alle stelle, dopo aver passato un periodo così buio. Credo di aver imparato molto dalle difficoltà e voglio dimostrarlo, anche per ringraziare chi mi ha fatto sentire di nuovo la fiducia”.
Alex Marquez, però, è anche consapevole che guidare una Ducati rappresenta una responsabilità in più, visto che a detta di tutti è la moto migliore del mucchio: “Significa sentire più pressione, ma lo accetto –ha aggiunto ancora Alex Marquez - Mi piace la pressione. Ora non avrò alcun tipo di scusa e dipenderà tutto da me: spero di avere abbastanza tranquillità per sopportare questa pressione e per adattarmi in fretta alle caratteristiche della Desmosedici. La Honda era molto instabile in curva, mentre la Ducati è molto più ferma, ma bisogna accompagnarla bene; a Valencia ho visto che con questa moto devo aprire il gas in modo totalmente diverso rispetto a come ho fatto con la Honda. Quindi è qui, in aspetti come questo, che devo sapermi adattare, cambiare le abitudini avute fino a ora. Ma sono fiducioso e penso che realisticamente potrò chiudere questo primo mondiale in sella a una Desmosedici tra il quinto e l’ottavo posto in classifica generale".