“Se si guarda alla Formula 1, la Ferrari è presa di mira a prescindere dalle decisioni prese. Lo stesso vale per Ducati “ – Lo ha detto Jack Miller, pilota (ancora per poco) della Rossa ufficiale nel motomondiale. L’australiano è uno di quelli che tende a dire quello che pensa, senza metterci di mezzo filtri particolari e questa volta ha puntato il dito contro gli appassionati italiani, colpevoli di essere sempre troppo ipercritici nei confronti di marchi come Ferrari e Ducati. Come se non bastasse essere condannati a vincere, ma si dovesse in qualche modo farlo seguendo un particolare stile.
Il riferimento, è chiaro, è alle polemiche dei giorni scorsi sui presunti giochi di squadra in casa Ducati, per consentire a Pecco Bagnaia di recuperare più punti possibili su Fabio Quartararo e giocarsi quel mondiale che a Borgo Panigale manca dai tempi di un certo Casey Stoner. “Ho l'impressione che tutti abbiano un'opinione sulle case italiane – ha detto Miller - questo accade perché i volti dei capi sono molto visibili, sono come la gente comune e li rende più vulnerabili, li espone molto più degli altri” . Per Miller, quindi, la colpa di Ducati, come quella di Ferrari, è di metterci la faccia sempre, anche quando si sbaglia. Nel caso del Gran Premio della Thailandia, però, secondo l’australiano non ha sbagliato proprio nessuno e meno che mai quel Johann Zarco che nei giri finali ha evitato l’attacco a Bagnaia per consentirgli di salire sul podio e racimolare qualche punto in più, portandosi a meno due dalla vetta.
Le occasioni in cui si è sbagliato, piuttosto, sono altre e Miller non ha problemi a dire apertamente di non aver gradito il comportamento tenuto da Enea Bastianini in Giappone: “Secondo me quello che è successo a Motegi, in mezzo al gruppo, tra Pecco ed Enea, non doveva succedere - ha aggiunto parlando con i colleghi di GPone - E' stato stupido, Enea non aveva le idee chiare. Mi sono già trovato in questa posizione, con Dovizioso e anche con Bagnaia, e sono stato molto chiaro sul mio ruolo: non c'è gloria nella lotta per il quarto o il quinto posto. Ma questi ragazzi sono giovani e affamati”. Proprio come lo è stato lui, che adesso, però, si sente un pilota più maturo e anche un uomo migliore grazie all’amore trovato: “Non sono più quel ragazzo selvaggio dall'inizio, sono cambiato in meglio – ha spiegato - Avere una vita tranquilla e stabile in casa, non essere sempre soli ad Andorra, ma avere qualcuno con cui parlare oltre al cane rende le cose più facili. Le brutte giornate sono meno brutte con qualcuno al tuo fianco”.