“Quando sono partito, la prima mappa sembrava un po’ sgonfia” – La frase è di Enea Bastianini, subito dopo la bandiera a scacchi del GP della Thailandia. Un passaggio della sua intervista, realizzata direttamente anche da Carlo Pernat, che non è passato inosservato e che molti di quelli chiamati a commentare la MotoGP hanno voluto prendere in esame. Lo ha fatto, ad esempio, Luca Cadalora, provando a spiegare il perché Bastianini sia rimasto così indietro nei primissimi giri e lo hanno fatto anche altri colleghi nei tanti approfondimenti del post gara. Luca Cadalora, però, ci ha anche tenuto a precisare di non voler insinuare nulla, ma non è bastato.
Basta girare un po’ sui social, nei vari gruppi degli appassionati di MotoGP, infatti, per rendersi conto che è partita l’ennesima teoria del complotto: qualcuno ha provato a sabotare la gara di Enea Bastianini. E quel qualcuno sarebbe Ducati. Il motivo? Favorire Pecco Bagnaia e togliergli di mezzo un avversario. Dando al Bestia, di fatto, una moto non in grado di sviluppare tutta la cavalleria a disposizione, almeno nelle fasi iniziali della corsa. Oggettivamente ci sembra pura fantascienza. Perché ok la malizia, ok che in Ducati avranno pure un po’ sdoganato il “si lavora tutti per uno”, ma da qui a sostenere che a Borgo Panigale possono essere disposti a far partire un pilota con uno svantaggio di default ci sembra veramente troppo.
Sia chiaro, se Enea Bastianini ha affermato che la mappa usata in partenza è sembrata spompata, evidentemente è perché lo era. Ma il motivo non può essere certo quello di toglierlo di mezzo. Molto più probabile, piuttosto, che, viste le capacità della Bestia nella seconda parte di gara e le sue rimonte, si sia lavorato sulla messa a punto di una moto che non massacrasse gli pneumatici rain in vista di un arrivo sull’asciutto (sul quasi asciutto). C’è poi da dire che la frase di Enea Bastianini non può essere isolata da quanto affermato nella stessa intervista, e cioè che dopo la partenza, nella bolgia del mucchio, il primo giro è stato fatto a memoria, perché non si vedeva assolutamente niente a causa dell’effetto spray. Bastianini ha dovuto fare una gara di rimonta e con quelle dichiarazioni ha semplicemente spiegato le ragioni di una domenica lontano dal podio, ma di certo non ha voluto buttare là l’ombra di un qualche sospetto. Anche perché per Ducati ci lavora e dovrà lavorarci ancora, tra l’altro nel box del team ufficiale e con su la tuta da pilota ufficiale. Va bene tutto, va bene pure starsi a chiedere se Zarco nel non attaccare Bagnaia ha fatto una scelta di testa sua o ha obbedito a un ordine, ma in questa MotoGP che sta cercando di rifiorire, anche i complottisti dovrebbero darsi una regolata.