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Lewis Hamilton stile e social, parla Santini: “È il nuovo trend? Bisogna battere il ferro finché è caldo, come Jannik Sinner. Solo se sei Fedez esci da una Ferrari vestito a brandelli”

  • di Alice Cecchi Alice Cecchi

23 gennaio 2025

Lewis Hamilton stile e social, parla Santini: “È il nuovo trend? Bisogna battere il ferro finché è caldo, come Jannik Sinner. Solo se sei Fedez esci da una Ferrari vestito a brandelli”
Ha appena concluso il suo primo giorno in pista a Maranello Lewis Hamilton, accolto ai quartier generali della Ferrari da migliaia di tifosi, e l’impatto mediatico del suo arrivo al Cavallino ha già stabilito un nuovo record per la Formula 1. Ne abbiamo parlato con Nicola Santini, che ci ha spiegato come il potenziale di Lewis Hamilton sia già fuori dal mondo del motorsport

di Alice Cecchi Alice Cecchi

Una ne fa e mille ne pensa Lewis Hamilton e questo lo ha dimostrato fin dal primo giorno in Formula 1, perché non si è mai limitato solo a fare il pilota. Musica, aziende, moda, il sette volte campione del mondo piano piano è diventato uno dei personaggi più iconici del mondo a tutto tondo, esportando quella che è l’essenza della Formula 1 anche fuori dai circuiti, quindi dal momento in cui è stato annunciato come pilota della Ferrari non solo gli appassionati di motorsport sono andati in visibilio. Una mossa del genere può voler dire tanto, quasi tutto, anche per quello che è un connubio potentissimo fuori dalle piste, con già le voci di possibili collezioni di Ferrari Style a firma di Sir Lewis, ormai un’icona di stile. Per capirne qualcosa di più, abbiamo chiesto all’esperto di etichetta e direttore del settimanale "Vero" Nicola Santini, che nella sua carriera di matrimoni come quello tra Lewis Hamilton e la Ferrari ne ha visti parecchi.  

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“Il connubio tra personaggi dello sport, che diventano poi icone di stile, e moda è un corso e ricorso, al limite ci si sposta da una disciplina all’altra. Un grande esempio è David Beckham, che ha sempre strizzato l’occhio alla moda nonostante sia un calciatore, ma anche Ayrton Senna o Stefano Casiraghi prima di lui. Ci sono stati tantissimi sportivi collegati al mondo della moda, con un principio di vasi comunicanti: un po’ il loro stile ispira la moda, un po’ la moda si ispira a loro” ci ha raccontato Santini, come premessa per quello che è forse il discorso principale che si può fare intanto su Lewis Hamilton. Per quanto poi conterà di più, banalmente, la prestazione a livello sportivo, per ora non ci si può sbilanciare - e nemmeno capire effettivamente se c’è competitività. Ciò che si può analizzare fin da subito invece è proprio la risonanza mediatica dell’arrivo di Sir Lewis in Italia con la tuta rossa e come in pochissimo tempo (letteralmente due giorni) abbia già smosso così tante opinioni.

Nicola Santini, esperto di etichetta e direttore del settimanale "Vero".
Nicola Santini, esperto di etichetta e direttore del settimanale "Vero".

Anche perché, proprio come ci ha detto Nicola Santini “In comune lo sport e la moda hanno sicuramente una cosa: bisogna battere il ferro finché è caldo. Le modelle e i modelli come i piloti, i calciatori, i giocatori di basket, hanno una carriera che è cortissima, all’interno della quale devono sparare tutte le cartucce che hanno”. Quindi è questo il momento più importante per la Ferrari, quella che non solo corre in pista: “Per gli sportivi la moda può essere un buon piano B, perché possono trovare il proprio spazio iconizzandosi e prestandosi, come ha fatto Jannik Sinner: lui che apparentemente è distante dalle luci e dalla ribalta si è fatto comunque convincere da Gucci, i giornali lo riprendono e guardano com’è vestito, i giovani lo copiano”.

“Lewis Hamilton è un personaggio che porta su di sé tantissimi canoni dello stile che l’ambiente della moda vuole rappresentare in questo momento”, ha continuato il direttore di Vero, che ha già detto tutto paragonando Lewis Hamilton a Jannik Sinner, in tempo zero con il tennis sulla bocca di tutti. “Ferrari è il marchio Made in Italy più conosciuto nel mondo e ha sempre messo un po’ le radici anche fuori dal mondo dei motori, per essere più vicino al mondo dei suoi consumatori. Dalla Ferrari solo se sei Fedez esci vestito a brandelli, perché il mondo del Cavallino richiama anche tutta una serie di canoni di moda e di stile che si sono sempre distinti per eleganza, sobrietà ed altissima qualità”. E infatti ogni foto arrivata di Hamilton in rosso, o comunque a Maranello in questi giorni, è calcolata nei minimi dettagli e già mostra quanto il britannico non sia solo il nuovo pilota della Scuderia, ma anche il testimonial perfetto per l’azienda, che gli ha già messo al polso un Richard Mille 67-02 “Italy Edition”, essendo il brand uno dei partner della rossa dal 2021.

Il Richard Mille 67-02 "Italy Edition" di Lewis Hamilton, realizzato in carbonio TPT e caratterizzato dal tricolore sul rehaut.
Il Richard Mille 67-02 "Italy Edition" di Lewis Hamilton, realizzato in carbonio TPT e caratterizzato dal tricolore sul rehaut.

“In che modo quest’uomo oggi sta andando forte e traghetterà ancora di più il processo che già dura da anni di riposizionamento e rilancio di Ferrari anche su certi tavoli? Prendendosi la briga di rappresentare con un’immagine forte, vincente e allo stesso tempo pulita e sana quello che è il Made in Italy a tutto tondo” ha aggiunto Santini. “I mondi se vogliono funzionare devono dialogare. Milano per troppo tempo è stata una città dove non c’era nessun tipo di contaminazione, la moda stava con la moda, la televisione stava con la televisione e il design stava con il design. Da un pezzo a questa parte nella europeizzazione di Milano è arrivata anche la volontà di far dialogare questi mondi tra di loro, dato che è la città che detta certi trend e certe leggi. L’autostrada Milano-Modena se percorsa in Ferrari non è lunghissima da fare”, quindi il motorsport arriverà, molto probabilmente, anche sulle passerelle e sui manichini, proprio come il tennis con Sinner.

E sulle voci che vedono Lewis Hamilton impegnato anche con delle ipotetiche collezioni per Ferrari Style, Nicola Santini non ha dubbi: “Sono convinto che le ipotesi abbiano un fondamento. Chiaramente quando sei un brand così forte di te stesso e vieni da una professione identitaria come quella del pilota ci metti l’idea e l’immagine. L’azienda poi deve avere la serietà di affidare tutta l’operazione a certi professionisti che siano in grado di interpretare e tradurre quello che possono essere maglie, scarpe, borse, outfit interi o abbigliamento per addetti ai lavori che però abbiano la propria riconoscibilità”. Insomma, c’è aria di rivoluzione a 360 gradi tra le mura della Scuderia Ferrari, sia fuori che dentro la pista, e con Sir Lewis sembra proprio che la decisione presa da Fred Vasseur sia confermabile da tutti i punti di vista possibili.

Lewis Hamilton nel suo primo giorno in pista a Maranello con la Ferrari
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