Lewis Hamilton è a Maranello, con al suo fianco una Ferrari F40 e alle sue spalle la vecchia casa di Enzo Ferrari, il Cavallino Rampante che sventola sullo sfondo. Guarda dritto in camera, vestito con un doppiopetto scuro e un lungo soprabito sulle spalle. Uno scatto già entrato nella storia, il suo primo ufficiale da pilota Ferrari dove nulla è stato lasciato al caso. Immortalato da Andre Wagner, lo scatto è subito diventato sinonimo di “aura”, per dirla con un termine che tanto si è diffuso nell’ultimo periodo. Ancor prima di leggerne le parole, tutto era ben chiaro. In un attimo Hamilton e la Ferrari sono diventati una cosa sola, un connubio potente, che funziona.
Questa l’opinione più comune, ma non la sola: “Con un aspetto più simile a quello di un mafioso che a quello di un pilota da corsa, Hamilton ha affermato che questo sarebbe stato un giorno che avrebbe ricordato per sempre” scrive il Telegraph, rimandando all’outfit scelto dall’inglese per il suo primo giorno in Ferrari. Cari colleghi inglesi, ma siete davvero sicuri sia così? Vi manca già Lewis? In fondo, basta poco per comprendere che dietro lo scatto e le scelte di Hamilton c’è una linea ben precisa, nessun dettaglio lasciato al caso, ogni elemento che si collega e rafforza con gli altri finendo per ricordarci, semmai, il giorno in cui il fuoriclasse britannico venne ricevuto a Buckingham Palace per l'ennesima alta onorificenza conferitagli dalla Corona, nello specifico dall'allora Principe Carlo, nel 2021. A Maranello Lewis posa con scelte classiche, in abito e scarpe nere, dall’altro l’F40, la cui eleganza è da sempre parte del dna Ferrari. Dietro di loro la vecchia casa di Fiorano di Enzo Ferrari, un altro cult entrato a far parte della mitologia della Scuderia. E poi, il rimando a un altra icona del passato della Ferrari, Micheal Schumacher, anche lui in abito e cappotto lungo al suo primo giorno a Maranello e a cui peraltro è intitolata la piazzetta dov’è stato realizzato lo scatto. Nulla è lasciato al caso.
Scelte che rispecchiano la volontà di Hamilton di immergersi appieno nell’identità e nella storia della sua nuova squadra, consapevole poi di doverlo fare nel minor tempo possibile, visto che la prima gara, a Melbourne, è dietro l’angolo. Nel corso della sua prima giornata ha visitato l’intera sede di Maranello, stringendo la mano di responsabili e non, oltre a concedersi alle prime foto, con tanto di saluti in italiano con i suoi nuovi tifosi. Il “Don”, citando il Telegraph, è arrivato nella sua nuova casa e ancor prima di scendere in pista ha già lanciato un messaggio forte. Altro che “mafia man” amici inglesi, questo è un fuoriclasse.