Prendi Pecco Bagnaia, mettilo davanti a un cappellino giallo col 46 e ascolta quello che ha da dire. E’ quello che hanno fatto gli autori del reel che è diventato virale in questi giorni in rete e suoi social, ma che in realtà é un vecchio video di DAZN realizzato lo scorso anni, e in cui il campione del mondo torna a parlare del suo rapporto con Valentino Rossi. Ma anche di quanto non sia giusto andare a cercare sempre confronti e paragoni con qualcuno che ha fatto la sua storia dentro un altro tempo.E' esattamente quello che Pecco ha provato a spiegare davanti a quel cappellino giallo.
“Quello che hanno fatto i migliori piloti della storia è loro e basta, non ci sono sostituti” – ha spiegato pecco con il suo solito modo pacato e ragionato. Un modo che gli è costato – e che continua a costargli – anche le critiche di quelli che lo definiscono “troppo poco personaggio” e addirittura “troppo bravo ragazzo”. Come se fosse una colpa. Non è una colpa e, semmai, è una caratteristica che lo rende, appunto, diverso da tutti gli altri campioni del passato. E che andrebbe considerata per quello che è e non in contrapposizione a ciò che non è rispetto al passato. “Anche con Marc Marquez la gente parlava del nuovo Valentino Rossi – ha proseguito il campione del mondo della Ducati – Non era corretto, perché la verità è che alla fine siamo tutti diversi e ognuno ha la sua storia”.
Quella di Pecco, inevitabilmente, s’è intrecciata a doppio filo proprio con quella di Valentino Rossi, con Bagnaia che ribadisce di dovere molto al 46 e all’Academy. “Dal 2013 ho avuto la fortuna di crescere con i ragazzi di Tavullia, con Vale e tutta l’Academy – ha proseguito Pecco - e credo che questo mi abbia aiutato molto a fare quei passi in avanti che magari non avrei fatto seguendo un’altra strada”. Legame forte, dunque, stima vera e amicizia che nel tempo s’è fatta profonda oltre che vincente, ma differenze che restano e che meritano d’essere ribadite.
“Io lo so di essere molto diverso da Valentino Rossi – ha aggiunto – Lui è molto carismatico e gli piaceva molto lasciarsi andare allo show, io sono molto più tranquillo e sono contento che sia così”. Non significa prendere le distanze, ma respingere con forza ogni tentativo (che ancora continua) di voler necessariamente individuare nei piloti di oggi gli eredi dei grandi del passato. Senza volersi rendere conto, tra la’ltro, che oggi è già una storia nuova, dentro un contesto del tutto differente e in cui anche gli sportivi – persino quei suonati dei piloti – non possono più permettersi troppe stravaganze.