Siamo a metà stagione, finora Marc Marquez ha portato a casa 15 punti e non ha terminato neanche una gara la domenica. Prima del GP d’Austria, per ServusTV, si è trovato a discutere con Pit Beirer, direttore sportivo di KTM, ed il cinque volte campione del mondo Mick Doohan, arrivando (anche) ad una serie di complimenti reciproci che lasciano intendere qualche possibilità di vedere lo spagnolo su di una RC16 nel 2025.
Le variabili anche in questo caso sono moltissime: bisognerà vedere che progetto sarà in grado di costruire la Honda per Marc, come evolverà tecnicamente la moto austriaca e, soprattutto, quanto a Mattighoffen punteranno su Pedro Acosta, che il prossimo anno sarà in sella ad una KTM. Va detto, però, che a prescindere da come andranno le cose tutta questa attenzione non può che far bene al marchio. Lo ha detto Beirer nel ringraziare Marquez (“È un complimento per noi essere associati a Marc e sentire parole di stima da lui”) e lo ha ripetututo anche Jack Miller in un’intervista ai colleghi inglesi di crash.net: “Come mi sentirei se Marc corresse per KTM? Non me ne importerebbe nulla. Sarebbe buono per KTM? Certo”. Poi però ha continuato: “Se Marc dovesse venire in KTM, sarebbe fantastico per loro firmare un contratto con un nome così importante. E ancora, significherebbe che stiamo lavorando bene e abbiamo reso questa moto abbastanza desiderabile da permettere a qualcuno che ha vinto otto titoli mondiali di pensarci”.
Spostando per un attimo l’attenzione dal pilota al costruttore, è ormai piuttosto chiaro che è solo questione di tempo prima che KTM arrivi a giocarsi un titolo. Ad oggi ha già il coltello dalla parte del manico: quattro moto in pista (che potrebbero presto diventare sei), piloti veloci, un fuoriclasse annunciato per il futuro (Acosta) e l’interessamento di Marc Marquez sono abbastanza per impensierire la Ducati e far gola a esordienti e vecchi campioni. A Borgo Panigale sanno come difendersi, e la buona notizia è proprio questa: la guerra tra colossi giapponesi dello scorso decennio sta per tornare in MotoGP, anche se stavolta - la prima nella storia - sarà una questione tutta europea. Almeno finché i giapponesi non ricominceranno a spingere.