Si torna a parlare, purtroppo, della controversa infanzia di Max Verstappen, il celebre tre volte campione del mondo di Formula 1 con la Red Bull oggi, che però prima di toccare la vetta più alta del motorsport ha anche passato dei momenti difficili, vittima delle violenze del padre che sono sempre più discusse. Presunte, tramandate e raccontate da chi i momenti dell’infanzia dell’olandese li ha vissuti a un passo dal suo kart, a volte con amarezza, altre con un sorriso goliardico in faccia. Dopo chi ha parlato delle botte che Jos Verstappen, ex pilota di Formula 1 e personalità del motorsport a 360 gradi, scaricava sul figlio ai tempi molto piccolo, e chi della volta in cui, dopo un weekend andato male, venne abbandonato in una stazione di servizio, adesso tocca all’aneddoto raccontato da Sauro Cesetti nel video pubblicato dallo Youtuber Alberto Naska.
“Io Verstappen l’ho visto correre fin dai primi chilometri che ha percorso sul kart. Con suo papà Jos invece ho fatto un paio di gare. Lui è un animale: uno forte ed aggressivo in pista. Non era mai facile sorpassarlo. Quando arrivavi dietro di lui era già una roba incredibile” racconta Cesetti, che per l’Italia è uno dei kartisti più celebri della sua generazione. Insieme ad Alberto Naska era al circuito del Mugello per dei test pre stagionali, che vedevano lo youtuber pilota impegnato con una delle varie vetture che guiderà questa stagione, con la supervisione di Cesetti. “Max è cresciuto sulle orme del papà. Quando sbagliava per Jos erano calci e pugni. È stato molto violento nei suoi confronti” continua. Anche lo stesso Max Verstappen ha sempre definito infatti i metodi del padre come duri e severi, ma mai senza entrare nei dettagli.
“Ti racconto questo aneddoto qui che è bellissimo. Eravamo a Sarno per il Campionato del Mondo KZ, dove Max correva nella categoria più piccola, mentre io in quella dei grandi. Lui nella finale si ritrovò secondo e provò a superare il primo. Nel momento del sorpasso però si girò. Perse una decina di posizioni, ma le recuperò tutte arrivando comunque secondo al mondiale.” racconta Cesetti, e poi arriva la rivelazione agghiacciante. “Dopo la gara tenne il casco per quattro ore. Il papà gli aveva dato tanti di quei pugni che aveva paura di toglierlo. Sai cosa c’è di bello in questa cosa? Che l’ha cresciuto con la fame, con la voglia di fare e con il sangue vero, e infatti è l’unico che ad oggi alle quattro del mattino si sveglia per allenarsi al simulatore” conclude.
Il video in questione di Alberto Naska, un personaggio amato e odiato allo stesso tempo dagli appassionati di motorsport sia sui social che non, ha fatto il giro del web ed è stato riportato ovunque, anche su pagine straniere per raccontare, con assoluta disapprovazione, l’aneddoto di Cesetti. “Questo approccio però funziona solo sulle persone forte mentalmente. Se Max non avesse avuto questo carattere chissà come sarebbe finito” aggiunge Naska alla fine della storia, suscitando ulteriori commenti. Prendendo le distanze da ciò, che è assolutamente sbagliato e ingiustificabile, scopriamo un ulteriore tassello del rapporto tra Jos e il figlio Max Verstappen che, se veritiero, è davvero terrificante.