Pedro Acosta può giocarsi il mondiale. Il primo dato di fatto è questo qua. Il secondo dato di fatto, invece, è che nella MotoGP moderna è praticamente impossibile che il pilota di un team satellite conquisti il titolo, perché la “bastonata presa” dalla casa madre sarebbe in termini di marketing e immagine controproducente rispetto alla gloria del successo. E’ così da sempre, anche se ultimamente – soprattutto dopo che Jorge Martin c’è andato vicino davvero con la Ducati di Pramac – c’è chi è pronto a sostenere il contrario. E’ legittimo, però, che nel momento in cui ci si è resi conto che Pedro Acosta può vincere già da ora, molti si siano chiesti se non si assisterà a un clamoroso colpo di scena: la promozione in corsa nella squadra ufficiale KTM.
E’ una voce che nel Paddock circola da un po’ e che è diventata insistente dopo Austin, vista la prestazione di Acosta, tanto che quelli di Motorsport Magazine hanno deciso di andare a fare direttamente la domanda a chi eventualmente dovrebbe prendere una decisione così importante e senza precedenti: Pit Beirer. E’ lui il grande capo di tutto ciò che riguarda il racing per KTM, ma l’ex crossista austriaco ha dato una risposta che può prestarsi a diverse interpretazioni: “Nulla ci vieterebbe di farlo. Tutti i piloti, sia quelli KTM sia quelli GasGas, hanno un contratto diretto con KTM e quindi non c’è alcun vincolo contrattuale che ci impone di lasciare le cose come stanno”.
Di fatto, quindi, se i vertici della casa austriaca decidessero di regalare una RC-16 in livrea RedBull a Pedro Acosta già da subito, o comunque a mondiale inoltrato, non ci sarebbero impedimenti di sorta. L’impedimento, semmai, sta nella figura che si farebbe. Soprattutto con chi – nel caso specifico Jack Miller – sarebbe chiamato a una retrocessione obbligata nella squadra non ufficiale. Ecco perché Beirer, nel passaggio immediatamente successivo, ha spiegato che, almeno per il momento quella di un cambio in corsa per Pedro Acosta è una possibilità di cui non si discute: “Non avrebbe senso farlo, Pedro può vincere anche così”.
In KTM, insomma, sono pronti a accettare la possibilità che il pilota di un loro team satellite, ma che comunque ha il pieno supporto della casa madre, possa vincere il titolo. Magari aiutato proprio dai piloti ufficiali, che però in questo momento sembrano entrambi molto in difficoltà. Tanto che Beirer ammette: “Non sono contento per Binder e Miller, mi dispiace per la situazione che hanno. Jack a volte era un po' giù di corda, ma si è allenato diligentemente durante l'inverno ed è fisicamente più in forma che mai. Sta solo cercando di risalire. Mi piace molto e apprezziamo il suo lavoro. Brad invece è venuto ad Austin con un dito rotto e questo non lo sta aiutando. Ma la stagione è ancora lunga e dobbiamo lottare per ogni punto perché Brad è ancora in una posizione forte in campionato. Brad era il nostro faro solitario e non era chiaro né a lui né a noi né a nessun altro quanto ciò fosse dovuto al pilota o alla moto. Adesso abbiamo un secondo pilota che si sta comportando bene. E è molto più semplice analizzare dove sono i punti deboli e dove dobbiamo migliorare. Quindi questo ci renderà sicuramente molto più forti”.