Stefan Bradl ha detto che adesso in Honda c’è un clima differente e che in qualche modo si riesce a lavorare meglio senza la pressione di dover mettere Marc Marquez nelle condizioni di giocarsi le gare. Un pensiero, quello del collaudatore tedesco, che è comune a molti all’interno di Honda e che, di fatto, rappresenta la base per una ripartenza più consapevole, meno affannosa e strutturata secondo il metodo giapponese. Il tempo – quello che nelle corse è tutto – è qualcosa che adesso si ha di più rispetto al passato. E’ il modo scelto da Honda per matabolizzare l’addio di Marc Marquez e, magari, mettersi al lavoro con il sogno di riportarlo quanto prima in sella a quella che è sempre stata la sua moto per vincere ancora.
Chi non la pensa così all’interno del box HRC, però, è Alberto Puig. Il controverso team manager di Honda non ha mai nascosto che a suo avviso Marc Marquez andava assecondato in ogni modo, così da riuscire a trattenerlo. E, di fatto, ha anche lasciato intendere di non essersi trovato sempre in linea con le decisione del management giapponese. Puig, ormai è cosa nota, avrebbe voluto fare follie per Dall’Igna e per portare via a Ducati, a suon di milioni di Dollari, il maggior numero possibile di tecnici, rivoluzionando i metodi giapponesi pur di avere ancora Marquez nel box. Non c’è riuscito e adesso a rischio c’è anche la sua posizione, visto che comunque HRC l’ha lasciato al timone di una nave che Puig dovrà farsi piacere per forza ed in cui i marinai hanno già deciso in che direzione remare, a prescindere da lui.
L’ex pilota e oggi manager spagnolo è ricorso proprio alla metafora del marinaio per spiegare la situazione. “Adesso – ha detto – dobbiamo essere concentrati su una sola cosa: uscire dalla tempesta. Quando saremo in acque calme e sotto un cielo più sereno potremo capire bene dove stiamo andando e dove vogliamo andare”. Che significa? Significa che Alberto Puig, almeno per ora, vuole tenersi lontano da spaccature interne e dal voler rimarcare posizioni che risulterebbero inevitabilmente divisive. Ora c’è solo da mettersi tutti in salvo. Con le risorse che si hanno. Con gli strumenti di cui si dispone. E con due piloti che, comunque, non sono gli ultimi arrivati e hanno un’età per cui si può parlare di progetto a lungo termine. In più ci sono anche le nuove concessioni, che permetteranno a Honda di ridurre i tempi.
Se tutti, però, sono ultra-ottimisti sulle capacità di HRC di raddrizzare la nave in tempi rapidissimi, chi smorza gli entusiasmi è proprio Alberto Puig. “Sicuramente con le concessioni i tempi si ridurranno – ha spiegato – Ma non è realistico parlare di pochi mesi: non basteranno due mesi. Non so dire se si tratterà di un anno, di due anni o di mezza stagione”. Honda, insomma, nel 2024 non sarà della partita e di titolo mondiale sarebbe assurdo parlare. L’obiettivo è solo quello di migliorare rispetto al passato e magari provare a giocarsi il podio un po’ più spesso di quanto fatto nel 2023. Il punto, però, è che anche il tempo di Puig in Honda potrebbe essere finito e che, se anche si salverà la nave, chi ne è stato al timone potrebbe essere ai suoi ultimi giorni.