“Marc era quello che veniva sempre interpellato e ascoltato. E così è stato fino alla fine” – lo ha detto Stefan Bradl in una intervista esclusiva a SpeedWeek. Non che non si sapesse già, ma sentirlo dire dal collaudatore ufficiale della Honda è qualcosa che non passa inosservato, visto che Bradl ha condiviso anni nel test team durante l’era Marquez (sostituendolo in più di una occasione tra il 2020 e il 2023) e prima di oggi non aveva mai messo fuori posto mezza parola verso l’otto volte campione del mondo. Adesso, però, Marc Marquez è andato a cercare fortuna altrove e Bradl sembra assumere, paradossalmente, l’atteggiamento di “quello sollevato”.
“Ora riceviamo molti input rispetto al recente passato – ha spiegato ancora il pilota tedesco – Soprattutto ascoltiamo le informazioni che arrivano da chi ha maturato esperienza con altri costruttori, come Johann Zarco e Luca Marini. Questo è davvero molto importante. Abbiamo i primi riscontri, a Sepang ne arriveranno altri. Ora sono tutti importanti. Tra pochi giorni si comincia e potremo sviluppare ulteriore lavoro anche attraverso il riscontro cronometrico. Il processo è in corso, ma richiederà tempo e non potrà essere portato a termine dall’oggi al domani. Ci vorranno alcuni mesi”. Parole, quelle del collaudatore tedesco, che sembrano lasciar intendere che senza Marc Marquez si lavora meglio. E, al netto delle polemiche e delle posizioni da tifosi, è oggettivamente un dato di fatto. Perché è chiaro che oggi in Honda c’è meno fretta, c’è meno rivalità tra i piloti, visto che l’obiettivo adesso non è battersi ma collaborare per poter davvero arrivare a essere competitivi. E c’è, di fatto, anche un migliore livellamento nella considerazione dei singoli. L’uscita di scena di Marc Marquez ha permesso di non sentire il fiato sul collo e ha in qualche modo rasserenato un ambiente che ha solo bisogno di tempo per tornare ai fasti del passato.
I problemi, ammesso che esistano in questi termini, sono, semmai, della Ducati. E’ lì, infatti, che adesso Marc Marquez creerà in qualche modo scompiglio. Che non significa che non vincerà o che Ducati, attraverso il Team Gresini, ha sbagliato a accoglierlo, ma che, semplicemente, qualche problema di gestione nascerà inevitabilmente. Basta pensare al mercato, con Enea Bastianini in scadenza di contratto e Jorge Martin che vuole a tutti i costi la rossa ufficiale e che, ora, si troverà a fare i conti con un rivale in più. Dinamiche, sia inteso, che fanno parte dello sport e che magari contribuiranno ad alzare ulteriormente il livello, ma che rappresentano comunque vere e proprie grane con cui Honda adesso Honda non dovrà più fare i conti. Potendo così concentrarsi solo sul lavoro da fare sulla RC213V per colmare il gap da Ducati.
“Come singolo pilota non ho molta influenza sulla direzione in cui andranno le cose – ha proseguito Bradl, quasi confermando che adesso conterà più il lavoro di squadra rispetto a quello del singolo - Durante i nostri test a Jerez a novembre, abbiamo capito cosa avevano provato i ragazzi a Valencia. Che fosse Zarco, Marini o Mir il feedback è stato positivo, mi hanno detto che quello che stavo facendo era giusto. I nostri commenti coincidono. Certo, sono il primo a fare dichiarazioni quando provo qualcosa di nuovo. Dico quello che provo o sento. Ogni pilota ha un modo diverso di descrivere o trasmettere qualcosa, ma sulla carta alla fine abbiamo detto tutti la stessa cosa. È importante essere sulla stessa lunghezza d’onda. Dobbiamo prendere le decisioni insieme, altrimenti confonderemo solo le idee ai tecnici”.