Puoi essere l’ingegnere di riferimento della storia recente della MotoGP, puoi aver vinto tutto quello che c’era da vincere e puoi avere dominato senza appello per tutto un inizio di stagione, ma quella volta che finisci per perdere brucia. E brucia tanto. Soprattutto quando non c’è stata di mezzo la pioggia o le condizioni assurde di Le Mans. E’ la considerazione che viene da fare leggendo l’ormai puntualissimo post race affidato da Gigi Dall’Igna a Linkedin. L’ingegnerissimo di Borgo Panigale fa sì riferimento alla fortuna (di Marc Marquez) e alla sfortuna (di Pecco Bagnaia), ma non è quando parla dei singoli che si intravede un po’ di preoccupazione. La preoccupazione – che è anche entusiasmo verso una sfida ora davvero del tutto nuova – riguarda, semmai, il fatto che gli altri ormai siano arrivati e che Aprilia, come Honda o anche la stessa Yamaha, ora possono giocarsela davvero con le sue Desmosedici.

"Sicuramente – ha scritto - abbiamo dati, dinamiche e situazioni che dobbiamo analizzare a fondo: non è affatto un modo di dire, a partire dal momento difficile di Pecco Bagnaia, che ha avuto un'altra domenica negativa e, bisogna dirlo, anche parecchio sfortunata, visto il promettente inizio di gara. Non ci sono scuse. Ognuno deve fare la sua parte, e ognuno deve sentirsi pienamente responsabile: lavorando insieme per risolvere e migliorare, funzionando come una squadra, conoscendo i nostri punti di forza e con la stessa umiltà di sempre. Sono certo che non possa che essere positivo per noi essere stati chiamati a combattere su questo campo contro avversari che sono tornati competitivi e che ora, meritatamente, sono pronti a essere protagonisti".
Essenza dello sport, quindi, ma anche consapevolezza che la strada in discesa della Ducati sarà meno in discesa di quanto aveva mostrato questo inizio di stagione, pur considerando che sì, nel caso di Pecco Bagnaia, s’è messa di traverso pure la sorte a Silverstone. Una sorte che, invece, è stata decisamente favorevole a Marc Marquez, come ammette lo stesso Dall’Igna. “Marc ha comunque fatto un ottimo lavoro – ha aggiunto l’ingegnere della Ducati - trovandosi in difficoltà e riuscendo a risalire fino al terzo posto. Questo, in circostante così, vale molto, considerando la fortuna che ha avuto ad aver beneficiato di una seconda partenza dopo la caduta iniziale. In ogni caso, è stata una rimonta notevole, per niente scontata o facile: una rimonta in cui ha messo la determinazione di un veterano e la tenacia di un esordiente".
Due persi e due misure? I maliziosi potranno anche vederla così, ma sembra più semplicemente la lucida analisi di ciò che è stato in un fine settimana in cui comunque le variabili che hanno giocato in maniera destabilizzante sono state decisamente molte. “Per noi – conclude Dall’Igna - è stata una domenica piuttosto complicata, insolita, certamente non brillante, e con una prestazione tutto sommato discreta. Con undici vincitori diversi in altrettante recenti edizioni di questo GP, Silverstone ha confermato la sua imprevedibilità, ancora di più domenica, con bandiere rosse, vento forte, incidenti, inconvenienti tecnici e ripartenze. Una corsa piena di colpi di scena, con l'intero gruppo che si è dovuto riorganizzare più volte, con cambi nelle prime posizioni e rimonte entusiasmanti dalle retrovie”.
