“Le madri non ci guidano solo alla pratica, ci guidano verso la grandezza”. L’ha scritto non troppo tempo fa Steve Rushin, che di sport se ne intende e non poco. Solo che nel motorsport, o più precisamente in MotoGP, stiamo assistendo allo step ulteriore: se vuoi vincere devi portarti la mamma nel box. No, non è solo una battuta, ma la così detta prova fatta dai famosi tre indizi. Perche se c’è un punto comune tra la vittoria di Alex Marquez a Jerez, quella di Johann Zarco a Le Mans e quella di Marco Bezzecchi a Silverstone è proprio che tutti e tre i vincitori degli ultimi tre gran premi erano “accompagnati dalla mamma”.

Ok, vedere in pista la signora Roser, mamma di Alex e Marc Marquez, o vederci la signora Daniela, mamma del Bez, non è rarissimo come averci visto la signora Francoise, mamma di Zarco che in 17 anni non era mai stata presente nel box del figlio, ma le mamme dei piloti della MotoGP tendono a esserci (fisicamente) molto meno degli onnipresenti padri. Solo che adesso la signora Roser, la signora Francoise, e la signora Daniela rischiano di aver “inguaiato” tutte le altre mamme. Sì, perche i loro figli hanno passato per primi il traguardo proprio quella volta che loro, le mamme, avevano deciso di stare proprio lì, tra l’altro con vittorie storiche e che resteranno nella memoria.

Sapendo, infatti, quanto sono scaramantici tutti i piloti della MotoGP, rimane difficile pensare che le altre mamme potranno “salvare” le loro domeniche e non è da escludere che qualche pilota abbia già acquistato tutti i biglietti aerei da qui alla fine della stagione per avere la garanzia di presentarsi ai prossimi appuntamenti in calendario accompagnati dalla mamma. E’ ironia, ma neanche troppo.
Anzi, probabilmente la fortuna, la scaramanzia e quelle cose lì c’entrano meno di niente e – pur trattandosi chiaramente di un incrocio di casualità – c’entra quella sensibilità lì che solo le mamme hanno: capire quando è il momento. O magari ci piace pensarlo.

E’ stato così, ad esempio, per Alex Marquez, che stava facendo benissimo e che ormai vedeva matura anche la possibilità della prima vittoria, con sua mamma che, evidentemente, sapeva anche dove e quando: a Jerez in una domenica di aprile. La prima volta con la MotoGP non c’era, e non c’era neanche quando suo figlio Johann vinceva due titoli mondiali in Moto2, invece, la mamma di Zarco, che però ha scelto di esserci, per la prima volta in 17 anni, proprio a Le Mans, nell’anno più difficile di un figlio che ormai cominciava pure a pensare di essere troppo grande per giocare ancora con le motociclette e che invece è diventato di nuovo eroe, e pure di un altro mondo, dentro una sfida con Honda che gli ha restituito quella smania lì di quando, appena adolescente, scappò di casa (e in qualche modo anche da quella mamma) proprio poter correre in moto. Storie da Jerez, storie da Le Mans e, adesso, anche storie da Silverstone. Con un’altra mamma, Daniela, e un altro figlio, Marco, pronti a diventare il terzo indizio che fa la prova. Anche questa volta in un momento un po’ così – come ha raccontato proprio il Bez prima di dire che sì, è alla mamma che dedica la vittoria – di quelli in cui i dubbi si fanno pesanti e una mamma capisce che quella carezza che comunque non manca mai deve portarla di persona. E da più vicino possibile.
