“Anche Marc ha avuto una riunione molto lunga con la squadra”. Lo ha detto Pecco Bagnaia dopo la Sprint di Silverstone e, ancora, oggi dopo la caduta nella gara lunga, ha di nuovo fatto riferimento al compagno di squadra: “Marc riesce a nasconderlo”. No, non è una ossessione e non è l’ingombro del 93 che ha demolito mentalmente tutti quelli che hanno condiviso il box con lui, ma per Pecco Bagnaia è quasi un appello a tutti quelli che sembrano dire che è solo lui a lamentarsi. La Desmosedici GP25 ha un problema evidente con l’anteriore e Silverstone l’ha dimostrato, al di là della caduta del 63 e del terzo posto (con il volto scurissimo) del 93. “In alcuni circuiti dove serve affidarsi all’anteriore tutto diventa troppo incerto – ha aggiunto Bagnaia ai microfoni di Sky – E’ stato, comunque, un fine settimana pesante per me, anche perché nelle FP1 facevo già i tempi che sono riuscito a fare dopo”. Significa, in estrema sintesi, che il margine di miglioramento non c’è. E il perché è quello di sempre: manca la fiducia nell’anteriore.

Indietro (il perché lo abbiamo già spiegato qui) non si può tornare, ma Silverstone – ammesso che uno zero nel sacco possa davvero servire a qualcosa – è servita per dimostrare ciò che Bagnaia dice da inizio stagione: “Marc è molto bravo e riesce a nascondere i problemi, ma è stato il peggior week end della nostra moto. La mia squadra sta facendo il massimo, ma il momento è complicato. La GP24 è andata forte tutto il fine settimana e Franco Morbidelli ha avuto il podio alla portata: nelle piste dove serve un anteriore stabile, noi con la GP25 fatichiamo. Spostando parametri importanti sulla moto, le mie sensazioni sono sempre le stesse, quindi è evidente che qualcosa ci sfugge”.
Pecco Bagnaia non è sconfitto. Non è arreso. E non è nemmeno alle prese con una debolezza mentale che può derivare dalla situazione o dal dominio del compagno di squadra. Pecco Bagnaia è solo realista e non sa più neanche come dirlo. Perché il problema non è, come sembrano sostenere i soliti tifosi da stadio, ammettere che Marc Marquez ne ha di più, visto che Bagnaia è il primo a dirlo ogni volta. Il problema è, semmai, capire come performare con una moto che ha più limiti di quanto si poteva pensare. Senza polemiche, senza alimentare complottismi che non stanno in piedi e anche senza mostrare sfiducia nei confronti di una Ducati che, come ha ripetuto anche ieri, “è al 100% con me”.
“Io e Marc abbiamo uno stile di frenata diverso – ha detto ancora a Sky - ma quello che si nota è la quantità di freno in più che io e lui usiamo rispetto a chi ha la GP24: loro staccano dopo, frenano meno e si fermano prima, mentre noi freniamo di più e facciamo comunque più fatica. In una pista come Silverstone la cosa conta tanto. La mia fortuna è che so quanto valgo e dove posso arrivare. Sto dando il massimo e so perfettamente che, quando tornerà il feeling sull’anteriore, tornerò a vincere le gare: sto cercando una soluzione che al momento sembra però molto lontana, perché nulla ci porta un miglioramento nella fase che mi interessa. Quando arriverà la svolta? Arriverà”.
C’è la delusione, c’è l’amarezza. Ma non c’è la resa. E, meno che mai, c’è la sfiducia. Anzi, questa volta sembra esserci pure la consapevolezza che anche Marc Marquez, ormai, comincia a dire le stesse cose. La gara di Silverstone, la caduta che probabilmente allontana definitivamente ogni velleità per il titolo, è solo la conseguenza di qualcosa di più grande e che deve essere risolto. Anche per evitare che le brutte sorprese tocchino a tutta la Ducati oltre che solo a lui. La GP25 è troppo imprevedibile e tutti gli altri, come dimostrano i round di Le Mans e Silverstone, con una Honda e una Aprilia davanti a tutti, stanno arrivando. “Al primo start non sono partito molto bene – ha concluso Pecco proprio analizzando quanto accaduto oggi - ma mi trovavo bene ed ero contento delle mie sensazioni, tanto che dopo la caduta di Marc stavamo prendendo margine con Fabio Quartararo. Dopo la bandiera rossa ho solo cambiato la gomma posteriore, mettendone una nuova, ma da lì in poi non ha funzionato quasi nulla: perdevo terreno da tutti. In curva nove ho provato a inserire la moto in un certo modo e sono andato lungo, poi alla sette sono caduto ed è stato strano: quasi come se mi fossi girato in testacoda”.