“Stavo per mandarti a quel paese”. La telefonata con Alberto Vergani, manager di piloti e fino a poco tempo fa anche a capo di Nolan, è cominciata esattamente così: con un quasi vaffa. Poi, però, è diventata un’intervista totale, sulla MotoGP, sulla Superbike, sul suo Danilo Petrucci, su Marc Marquez e Pecco Bagnaia, su Andrea Iannone e sul futuro delle corse in moto e del motociclismo italiano. Ma andiamo per ordine…
Perché il quasi vaffa?
Perché ogni giorno ricevo decine e decine di telefonate commerciali. Hai presente quelle odiose proposte per venderti qualcosa, o per il cambio delle utenze e che ti prendono sempre nei momenti più impensabili della giornata? Che poi, per carità, è gente che lavora e che il vaffa non se lo merita. Ecco, pensavo fosse una di quelle chiamate lì, poi ho capito…
E invece è MOW che rompe, per chiedere un’intervista…
Ora m’hai beccato, chiedi pure tutto quello che vuoi, basta che poi non fai come quelli a cui dici una cosa e ne trascrivono un’altra. Di sicuro è di moto che vorrai parlare
Di moto, di corse e del 2024 che ci aspetta. Da manager dei piloti pensi anche tu che l’inizio della stagione sarà caratterizzato più dai vari movimenti di mercato che dalle performance delle moto?
Le moto restano protagoniste a prescindere, ma è chiaro che il fatto che scadrà gran parte dei contratti a fine anno farà sì che si comincerà a parlare di mercato molto presto. Parlare, però, non è definire.
Cioè?
Penso che all’inizio si andranno sondando i terreni, si aprirà qualche discussione, ma più di parlare non si farà, perché tutti vorranno un po’ vedere come andranno le cose nella prima parte della stagione. Vale per la MotoGP, ma vale anche per la Superbike.
A proposito di Superbike, Massimo Rivola, il CEO di Aprilia, ha recentemente detto che una SBK così rischia di essere solo una serie b della MotoGP. Secondo Alberto Vergani, che sta nelle corse da una vita e da una vita è vicino ai piloti, che cambiamenti andrebbero fatti?
Qua si potrebbe parlare all’infinito. Quello che vedo, ormai, è che le performance di queste moto sono diventate assolutamente importanti e infatti Rivola parla di un ritorno alla Superstock. In alcuni circuiti con le Superbike si fanno tempi che permetterebbero di partire in terza o quarta fila nella MotoGP e quindi sicuramente il livello è altissimo, anche da un punto di vista tecnico. La differenza sta molto sulle gomme, perché tra Pirelli e Michelin c’è grande differenza. Io non lo so se è la SerieB della MotoGP, di sicuro è un gran bel campionato e quest’anno sarà combattutissimo. Oggi in Superbike non è che arrivi e vinci, lo stesso Danilo Petrucci, come ha più volte detto, ha sempre sostenuto che pensava di fare meno fatica all’inizio e invece, pur essendo un grande campione, ci ha messo un attimo a ambientarsi. Quanto ai cambiamenti da fare, così su due piedi non saprei dirlo. E’, come la MotoGP, un campionato ducaticentrico, ma non è certo una colpa. Forse il cambiamento da fare prima di tutti è che gli altri si mettano al passo. Altra cosa che mi viene in mente al volo per differenziare MotoGP e SBK è sulla formula del weekend di gara. Nel senso che il sabato è decisamente pesantino tra qualifiche, Sprint Race ecc..
Secondo te, restando in Superbike, chi potrà contrastare Ducati?
Vedo molto bene Toprak con BMW. Se ne parla poco, ma tra il talento di quel ragazzo e le superconcessioni credo che potrà venire fuori qualcosa di buono. E che, inevitabilmente, innalzerà ancora di più il livello e contribuirà a rendere più combattuto il campionato. Toprak sarà un bel mal di testa per tutti
I favoriti?
Alvaro Bautista sarà probabilmente ancora l’uomo da battere, ma magari si stancherà un po’ di vincere come sperano in parecchi. Tutti gli altri con Ducati potranno fare bene e poi, come ho appena detto, Razgatlioglu non resterà indietro. Come non ci resterà Rea, visto che ha vinto sei titoli e che non è certo l’ultimo arrivato.
E i "tuoi" Petrucci e Bassani?
Danilo sarà sicuramente della partita. Se va capitalizzando l’esperienza di quest’anno potremo divertirci. Un anno di esperienza in più, la confidenza con le gomme trovata dalla seconda metà della stagione sono punti di partenza importanti. E’ stato un anno di apprendistato significativo, anche con qualche errore: a Most o a Aragon poteva tranquillamente vincere. Sono molto fiducioso sulla stagione di Danilo, perché lo vedo sul pezzo e perché il 2023 gli ha insegnato sicuramente tanto, compreso che anche in Superbike, adesso, ci sono venti piloti in un secondo. Credo che quest’anno Bautista potrebbe avere vita un po’ meno facile. Anche Bassani è uno dei miei ragazzi e quest’anno debutterà su una squadra ufficiale. Per la prima volta avrà anche un compagno di squadra. Ci saranno per lui più responsabilità e le aspettative sono alte, all’inizio magari non sarà facile perché la Kawasaki non è ancora la Ducati, ma per lui sarà un anno che io definisco di tempratura.
Invece Andrea Iannone?
Iannone è uno che va forte, il talento non si discute. Bisognerà vedere, però, altre questioni e, su tutte, la preparazione fisica. Sia chiaro che la mia non è sfiducia, ma tanti piloti dicono che anche quando stai fermo un solo mese ci metti un bel po’ di tempo a ritrovare ritmi e automatismi. E Andrea è stato fermo quattro anni. Ricordo che Marco Melandri dopo essere stato fermo un anno era sconvolto, ritornando a gareggiare in Superbike, di quanta fatica facesse e di quanto tempo impiegasse a tornare veloce per tutta la durata di una corsa. Se hai talento qualche giro veloce lo fai, ma l’intera gara è un’altra cosa. Di sicuro Iannone è uno più che capace e di grande talento, quindi magari sarà solo questione di tempo. I piloti in gara viaggiano a un livello istintuale e non sarà facile ritrovarlo subito.
Passando invece alla MotoGP, secondo Alberto Vergani ci sarà un dominatore?
Cosa vuoi che ti dica? Io sono un grande estimatore di Marc Marquez e ho visto a Valencia quegli occhietti furbi, oltre al sorriso che hanno visto tutti
Che significa?
Significa che secondo me in quel test, pur essendo andato fortissimo, ha spinto molto meno di quanto avrebbe potuto. Come se avesse voluto darsi una regolata, ma sono convinto che ne ha ancora di più. E questo sospetto che ho è diventato quasi una certezza quando ho letto le dichiarazioni di Enea Bastianini, che si diceva sorpreso di come Marquez affrontasse la Curva 8 di Valencia. Un pilota che si esprime così rispetto a un altro pilota ha evidentemente visto qualcosa di straordinario. Poi se Marquez vincerà il mondiale non lo so, e probabilmente non è nemmeno il favorito, ma di sicuro sarà un cliente difficilissimo per tutti
Quindi il favorito è ancora Pecco Bagnaia?
Forse sì, è comunque il vincitore degli ultimi due mondiali. E’ chiaro, comunque, che se Marquez sarà un cliente duro per tutti sarà anche un grande stimolo e una altrettanto grande motivazione per tutti. Cioè, se riesci a battere Marquez con la stessa moto, allora vuol dire che sei un supercampione. Pensando a Pecco, se posso usare un esempio un po’ forte, mi viene da dire che è come se quest’anno andasse in pista con la consapevolezza che un mondiale contro Marquez sulla stessa moto potrebbe valere di più del vincerne tre di fila. Quindi anche la motivazione di Pecco sarà doppia.
Significa che comunque sarà ancora la Ducati la moto da battere?
Ti rispondo parlando ancora di Marquez. Non Marc, ma Alex. E’ un campione, uno che ha vinto due mondiali, ma con la Honda sembrava un papero. Con la Ducati, invece, è tornato regolarmente a giocarsi i podi e a essere il pilota che è sempre stato. Non è il fratello, ma di certo non è mai stato nemmeno l’ultimo della classe. Quindi sì, penso che il titolo sarà una questione tra piloti che guidano una Desmosedici.
Anche Lorenzo Savadori, oggi collaudatore di Aprilia, è uno dei tuoi piloti. Lo vedremo stabilmente in MotoGP?
Spero che Massimo Rivola riesca a dargli una moto nei prossimi due anni, perché la merita davvero. Per lui sarebbe importante fare un campionato intero, per dimostrare il suo valore, anche se è già ben visibile ogni volta che sale in moto, nei test e nella capacità che ha di lavorare allo sviluppo, visti i progressi che l'Aprilia ha fatto. E’ chiaro che un collaudatore, soprattutto quando è giovane, sogna di fare il pilota a tempo pieno.
Guardando al presente, il motociclismo italiano è in un momento straordinario: ha il pilota campione del mondo, ha ragazzi velocissimi in MotoGP e che possono lottare costantemente per le posizioni di vertice, così come ha piloti che vanno forte in Superbike. Però, se guardiamo alla generazione che verrà, sembra esserci, almeno per adesso, solo Tony Arbolino. Tu sei nelle corse da una vita, cosa bisognerebbe fare secondo te?
Se ci fai caso, le covate di campioni in Italia sono state merito di Aprilia prima e di Valentino Rossi poi. Aprilia, con le classi piccole, ha cresciuto ragazzi che hanno fatto la storia, mi viene da dire Max Biaggi su tutti, poi è arrivato Valentino con la VR46 Academy che è stata un progetto che ha permesso questa nuova sfornata di campioni. Sono esperienze, sia quella di Aprilia che quella della VR46, che andrebbero replicate, ma oggettivamente sono anche cose molto costose e non è che un team o un ex pilota se ne possono fare carico per sempre.
Quindi?
Quindi forse adesso potrebbe essere il momento della Ducati. Gigi Dall’Igna ha più volte dichiarato che gli piacerebbe portare il marchio in Moto3, proprio per accrescere l’esperienza tecnica nelle moto piccoline e, soprattutto, per allevare – anche se questo verbo non mi piace – piloti che abbiano da subito il DNA Ducati. Ormai questo è un lavoro che possono fare le case e KTM lo ha già dimostrato. Secondo me Ducati oggi è l’unica candidata per raccogliere l’eredità che è stata di Aprilia prima e Valentino Rossi per un progetto che guardi a una nuova generazione di piloti.
Guardando alle classi minori, su chi scommetterebbe Alberto Vergani?
Su Fermin Aldeguer. Ci parlai tempo fa e rimasi sconvolto quando mi disse che aveva solo sedici anni, sembrava un professionista navigato. Come ha concluso il 2023, poi, l’abbiamo visto tutti. Credo sia già pronto per la MotoGP. Poi sicuramente Boscoscuro ha fatto bene a tenerlo ancora in Moto2, ma sappiamo che già quest’anno avrebbe potuto fare il grande salto. Penso che per lui passerà sicuramente un altro treno se si mantiene su questi livelli.