“Se ne facciamo solo un discorso di potenza, l’unica cosa che mi viene da dire è che le MotoGP sono un altro mondo. Un altro mondo proprio”. Lo ha detto Jorge Lorenzo, appena sceso dalla Cagiva 500 2t con cui Kocinski ha corso nel 1994. Con quella stessa moto, l’anno successivo, Pierfrancesco Chili ha sfiorato l’impresa da wildcard e è proprio con Chili che Lorenzo ha parlato a lungo prima di togliersi per la prima volta lo sfizio di guidare una delle mitiche due tempi. L’occasione di fare qualcosa che Lorenzo non aveva mai fatto fino a ora è arrivata grazie al ProDay 2024, andato in scena il 17 giugno al Marco Simoncelli World Circuit di Misano ieri e oggi. E’ di questa circostanza che abbiamo approfittato per una chiacchierata con il cinque volte campione del mondo, esattamente pochi minuti dopo il test con la Cagiva.
Davvero non avevi mai provato prima una 500 2t da Gran Premio?
No, non ce ne era stata mai l’occasione e per questo ero molto curioso prima di venire qui oggi. Sono testimonial di VMoto, che è sponsor di questo evento e quando m’hanno detto che c’era la possibilità di provare la Cagiva di Kocinski ho detto subito di sì.
E che impressione hai avuto? Sembri quasi deluso dal viso…
No, non sono deluso. Però, anche sulla base dei racconti, immaginavo qualcosa di indomabile e potentissimo. Invece se parliamo di potenza pura non c’è paragone con una MotoGP. Qui sembra più di guidare una 250. Le differenze con le moto con cui ho vinto titoli mondiali sono tantissime, ma è stato qualcosa di molto emozionante proprio per questo. Chiaramente non ho spinto in maniera esagerata e anche a livello di seduta e posizioni in sella non abbiamo toccato niente, perché comunque parliamo di un gioiello da collezione, quindi non è che sono stato a guardare il cronometro. Di sicuro lo rifarei, perché quel suono e quell’odore sono emozionanti e rappresentano qualcosa che conoscevo, ma che non ho mai vissuto. E poi comunque, anche se non corro più, mettere la tuta e girare in moto in pista è sempre qualcosa che faccio volentieri.
Ti manca correre in moto?
Correre in moto no. Vincere in moto sì! Vincere mi manca moltissimo. Non esiste sensazione migliore
Hai sempre detto che correvi per vincere prima ancora che per passione o per divertimento. Quindi non è cambiato niente?
Molti piloti hanno amato proprio le corse, io ho amato la sensazione che si prova quando si vince. Correvo per diventare campione del mondo e ci sono riuscito cinque volte. Va bene così, ora è un’altra pagina
Ci sono le corse in macchina…
Ci sono anche le corse in macchina. Quest’anno farò qualche gara con l’Aston Martin, ma niente di annientante come è stata la mia carriera di pilota di moto. Ho molti interessi, faccio tante cose, cerco anche di godermi la vita più che posso e credo che non sarei più disposto a fare tutti i sacrifici che ho fatto per un qualche altro obiettivo singolo
Siamo a Misano, non possiamo non parlare del 2015 e del famoso squalo che inseguiva il pesciolino sul casco di Valentino Rossi…
Quell’anno qui sono caduto e probabilmente è stata l’unica volta in tutta la stagione in cui ho pensato che il mondiale l’avrebbe vinto davvero Valentino e non io. Ho sprecato una occasione importante, ma poi per fortuna non ho commesso altri grossi errori nel resto della stagione. Devo dire che la caduta che mi brucia di più qui a Misano, però, è un’altra. Era il 2017, pioveva e correvo con la Ducati. Ero primo. Ecco, ho sempre pensato che se non fossi caduto qui a Misano avrei, oltre che vinto, probabilmente firmato ancora con Ducati e sarei diventato campione del mondo con Ducati prima di Pecco Bagnaia. A volte un episodio cambia tutti gli scenari.
La tua carriera sarebbe anche finita meno velocemente?
Questo non lo so, ma di sicuro avrei scritto pagine diverse insieme a Ducati. Forse sì, forse non avrei smesso neanche così presto, ma è vero pure che l’incidente che ho poi avuto con la Honda e che mi ha fatto prendere la decisione di dire basta, avrei potuto averlo anche con una Ducati o qualsiasi altra moto.
A proposito di Honda e di chi era il tuo compagno di squadra nel Team Repsol, che consiglio ti senti di dare a Pecco Bagnaia per il 2025?
Il consiglio di un pilota a un altro pilota, anzi, il consiglio di un campion a un altro campione può essere sempre e solo uno: vai e vinci
Così, però, eviti la risposta su Marc Marquez. Invece Lin Jarvis, appena pochi giorni fa, ha quasi avvertito Ducati, dicendo che lui ha vissuto con te e Valentino Rossi, nella stagione del famoso muro nel box, tutte le difficoltà di chi deve far convivere due campioni…
Erano altri anni e anche Vale e io eravamo due protagonisti differenti. Anche le personalità sono diverse. Non dico che Marc Marquez e Pecco Bagnaia saranno migliori amici o che non proveranno a battersi senza esclusione di colpi, ma credo che sarà tutto dentro un clima di maggiore diplomazia. Sarà una bella sfida tra di loro, sarà una bella sfida anche per Ducati, ma sarà più interessante anche tutto il campionato.
Cioè?
Con Marc Marquez in Ducati ufficiale si sono innescati altri movimenti che a mio avviso riequilibrano un po’ i valori. Penso che ci sarà più competizione dal prossimo anno, perché Martin guiderà una moto ufficiale e anche in KTM sembrano intenzionati a andare forte. E poi spero che Yamaha, coì cm Honda, possa tornare competitiva.
Per quest’anno chi è il favorito?
Tra Marc Marquez, Jorge Martin e Pecco Bagnaia sarà una gran bella lotta fino alla fine, ma credo che il favorito debba essere sempre il campione del mondo uscente. Quindi dico Pecco.
Invece per l’anno prossimo tra Pecco e Marquez? Chi sarà il boss del box?
La risposta è la stessa: il favorito è sempre il campione dell’anno prima. Però Marc ha ritrovato grande forma e si vede anche in questo anno, anche se non ha ancora vinto gare. Con una moto ufficiale sicuramente farà uno step ulteriore. Non sarà comunque facile per lui battere Bagnaia, ma nemmeno per Bagnaia battere Marquez. Tanto torniamo sempre lì: un campione vuole vincere e purtroppo vince sempre uno solo.
Chi sono i favoriti l’abbiamo detto, chi è, invece, il preferito di Jorge Lorenzo?
Penso che il talento di Pedro Acosta sia sotto gli occhi di tutti. Non è questione di essere preferito o più o meno di questo o quell’altro, ma mi sembra evidente che Pedro Acosta ha tutto per scrivere pagine importanti. A volte lo guardo, anche nelle varie interviste con DAZN Spagna e quindi non solo per quello che fa in pista, e penso che quel ragazzo ha un po’ tutto di tutti i grandi campioni degli ultimi anni, come se avesse preso una caratteristica da Valentino Rossi, una da Marc Marquez, una da Jorge Lorenzo, una da Casey Stoner. Dai: credo che Pedro Acosta ci farà divertire
Ultimissima domanda: che ci dici sull’ipotesi Toprak Razgatlioglu in MotoGP?
Sono un po’ scettico sui piloti che dalla SBK passano alla MotoGP perché le differenze sono enormi. Però se c’è un pilota della SBK che forse qualche podio in MotoGP potrebbe farlo, con una moto buona, quel qualcuno è proprio Toprak. Non penso, però, che lo vedremo in MotoGP nel 2025.