Alla fine ha vinto Terence Crawford, il picchiatore. Ha vinto contro Canelo Alvarez, l’incontrista. Crawford ha fatto qualcosa di leggendario, di mai visto: ha riunito tutti i titoli dei pesi supermedi dopo averlo fatto nelle categorie dei superleggeri e welter. È storia. Ma c’era qualcuno che si aspettava un risultato del genere? Patrizio Oliva ci diceva che questo match era da 50 e 50; Giovanni De Carolis, invece, era di un parere diverso: “Sì, me l'aspettavo, nel senso che avevo pronosticato la vittoria ai punti di Crawford. Sapevo che avrebbe portato alla distanza Canelo lavorando sul tempo e sul colpire in maniera più precisa. Non riusciva a chiudere la distanza e a colpire duramente Crawford per metterlo definitivamente ko”. Una circostanza che per la verità si era già vista negli ultimi incontri del messicano: “Canelo, nei suoi ultimi incontri, faceva sempre un minuto al round dove cercava di mettere il colpo pesante. Stavolta non è riuscito a trovare la misura, ma per la bravura di Crawford, che ha sempre mosso i piedi in maniera perfetta. Canelo era partito più pressante, anche se non è che avesse messo chissà che colpi. Sembrava poter mandare indietro Crawford. Un match che non è stato emozionante, nel senso che comunque non ha suscitato emozioni o cambi repentini. È stato però un incontro in cui il risultato è stato davvero importante, avendo unificato tutte le sigle nella terza categoria di peso, quindi veramente spettacolare”.

Ma che momento è questo per la boxe mondiale? Di quelli che verranno ricordati a lungo. Per la rivalità tra Tyson Fury e Oleksandr Usyk e per tutto quello che è riuscito a fare quest’ultimo. Già De Carolis lo aveva messo tra i migliori di sempre, secondo solo a The Greatest, Mohammed Alì. Ci ha confermato anche stavolta che quest’epoca del pugilato ha espresso atleti di altissimo livello: “Sì hanno fatto entrambi (Usyk e Crawford, ndr) qualcosa di leggendario. Io ho sempre una preferenza per Usyk, che ha fatto grandi cose anche da dilettante: oro olimpico, campione del mondo, tutte le cose che poi ha vinto nei massimi, ha unificato tutte le cinture. Credo che tutto questo sia stato possibile solo in questo periodo storico, perché sia da un punto di vista politico, ma anche e soprattutto economico ci sono tutte le condizioni. Adesso, per fortuna, c’è Turki Al-Sheikh (Presidente dell’Autorità Generale per l’Intrattenimento dell’Arabia Saudita e un investitore molto attivo nella boxe, ndr) che riesce a realizzare questi incontri e ci fa avere realmente il campione più grande di tutti. Cioè quello che riunisce tutte le cinture”.

