“Ho fatto una gara pietosa”, dice Gianmarco Tamberi, capitano della squadra Nazionale ai Mondiali di atletica in Giappone. Lui che proprio a Tokyo aveva vinto l’oro olimpico nel 2021. Non ha cercato scuse o parole gentili, ma l’obiettivo resta Los Angeles nel 2028. Il Mondiale di Tamberi si fermai ai 2.21. Prima dell’inizio della competizione era chiaro a tutti - al capitano azzurro in primis - che la sua forma era precaria, ma forse non fino a questo punto, la delusione espressa nell’intervista post gara lo dimostra: “Mi sono presentato con condizioni tutt'altro che buone, ma sapevo di potere saltare oltre i 2,30 altrimenti non avrei lasciato in Italia la mia bambina di 20 giorni. Mi sento uno schifo”. Ora si deve azzerare la mente, tornare a casa (“dalle mie donne”) e ripartire. Della squadra di salto in alto solo Matteo Sioli è riuscito ad arrivare alla finale: anche Manuel Lando e Stefano Sottile, infatti, sono stati eliminati. “Sono tranquillo”, ha dichiarato Sioli, “non ho niente da perdere, ci vediamo in finale. C'è un giorno per lavorare e mettere a posto alcune cose che non sono andate bene”. Un altro dei medagliati di Tokyo, Marcell Jacobs, oro nel 2021 nei 100 metri e con la staffetta 4x100, ha fallito l’accesso alla finale.

Non basta il tempo di 10''16 per qualificarsi. Jacobs è solo sesto nella semifinale. Anche lui, come Tamberi, è sembrato deluso. Il velocista a dire il vero persino più del saltatore: “Devo prendermi un po' di tempo per capire se ne vale la pena di continuare a soffrire. So che non sono quello da 10''16, però in questo momento questo sto correndo”. Per uno come lui, abituato a stare tra i primi, questi risultati fanno male. Forse troppo, forse abbastanza da pensare a delle scelte drastiche. Tra pochi giorni si corre la staffetta, ma anche su questo Jacobs ha dei dubbi: “Forse meglio lasciarla ai giovani per fare esperienza”. Parole dette in un momento di poca lucidità. Ma da tempo le prestazioni sono in calo. Tempo di riflessioni, sia per Tamberi che per Jacobs.

