C’è la boxe e c’è Netflix. Due mondi che ogni tanto si incontrano. Lo rifaranno, probabilmente, per il match tra Mike Tyson e Floyd Mayweather. Ancora non c’è niente di certo, ma qualora si facesse i soldi in palio saranno tanti. Patrizio Oliva, ex pugile campione olimpico, mondiale ed europeo dei pesi welter ci ha detto cosa pensa a riguardo: “È un’offesa alla boxe. Tutto questo nasce dal trash che circola sui social”. E a rischiare di più sarà Mayweather: “Ci sono 40 chili di differenza e Mike è ancora molto potente”. Ben più seria la questione tra Canelo e Crawford: “Uno scontro affascinante tra due stili. Può succedere di tutto, ma io ho il mio preferito”.

Patrizio Oliva, cosa pensi di questo possibile incontro tra Tyson e Mayweather di cui si parla?
È un’offesa alla boxe. Tutto questo nasce dal trash che circola sui social. Basta guardare cosa fanno i ragazzi lì sopra: ostentano ricchezze effimere, osannano ignoranti e delinquenti, pensano che la strada del successo sia quella più comoda. Così cresciamo generazioni senza spina dorsale, senza carattere e senza valori. Noi abbiamo bisogno di ragazzi forti, ma quando dico questo non intendo giovani monolitici e che inneggiano alla virilità. Al contrario, essere forti significa accettare le proprie fragilità e debolezze, senza vergognarsene. Tyson vs Mayweather, parliamo di puro trash: uno spettacolo ridicolo che non ha nulla a che vedere con la boxe, che è un’arte nobile.
Quindi secondo te è proprio una questione di dignità?
È avvilente. Io sono diventato un personaggio perché ero un campione, non perché facevo il buffone. Oggi invece molti pugili credono che diventi campione se fai il personaggio. È il contrario: diventi personaggio se vinci, se riempi gli stadi, se porti milioni di telespettatori davanti alla tv. Queste sono le persone che diventano famose. Diventi qualcuno se sei bravo nella tua disciplina.
Tyson alla sua età rischia contro Mayweather?
Mike non lo prenderà mai. Un uomo di sessant’anni non può avere la lucidità e la rapidità di un tempo. Se poi Tyson per qualche ragione lo prende e lo chiude all’angolo allora Mayweather rischia: con 40 chili di differenza basta un pugno a Tyson per fargli danni seri.
Quindi secondo te è Floyd che corre i maggiori pericoli?
Certo. Io avevo visto dei filmati di Tyson prima dell’incontro con Jake Paul. Aveva ancora una bella velocità di esecuzione. Quando poi è salito sul ring per l’incontro si è fermato: Mike aveva capito che poteva fargli dei danni cerebrali gravi. Ci sono troppi chili di differenza e Tyson è ancora molto potente. Se per caso lo prende cosa succede? Non lo so. Ma lo dico di nuovo, la questione per me è un’altra.
Cioè?
Non capisco cosa vogliono dimostrare. È ridicolo. Forse vogliono far scommettere le persone? Va bene, allora però dovete accettare di essere carne da macello. Lo fai per i soldi? D’accordo: ma veramente loro hanno bisogno di guadagnare? Io non ho mai combattuto per i soldi. Quando sono rientrato, dopo due anni di stop, l’ho fatto per inseguire il sogno del Mondiale, non per difendere un titolo europeo che mi avrebbe fatto guadagnare comodamente. Per me è sempre stata una questione di dignità, non di denaro.

Sabato invece c’è un match di tutt’altro livello: Canelo contro Crawford. Cosa ti aspetti?
È uno scontro di stili molto affascinante. Da una parte Canelo, re del pugilato incontrista, dall’altra Crawford, un picchiatore devastante. Può finire prima del limite da entrambe le parti. Se Crawford arriva con la sua potenza può fare male, ma se Canelo prende il tempo diventa pericoloso.
Non c’è un favorito?
Credo sia 50 e 50. Può succedere di tutto.
E a te personalmente chi piace di più?
Canelo. Gli incontristi come lui hanno una percezione straordinaria. Leggono le tue intenzioni ancora prima dei movimenti. Io ero così: bastava un accenno, un sopracciglio, e già sapevo cosa stavi per fare. Canelo ha questa qualità, è un pugile con una percezione sviluppata al massimo.
Piattaforme come Netflix stanno promuovendo bene la boxe?
La gente è assetata e stupida. Perché poi scommettono i ricchi, non le massaie. No, stanno solo alimentando il business delle scommesse e delle pay-per-view. Vendono spazzatura e ci sono persone che non hanno cultura dello sport e sono pronte a spendere cifre folli per vedere incontri del genere. Io mi vergognerei a guardare certe cose. Ma purtroppo viviamo in un’epoca in cui i social esaltano immondizia, e la gente la consuma.


