L’Europa non è più il mercato di riferimento della MotoGP. Il presupposto è questo e da qui è partito anche Carmelo Ezpeleta nella sua ultima intervista. Il CEO di Dorna ha parlato chiaro: “Quei Paesi che hanno più di un gran premio in calendario dovranno accettare una minore presenza”. Netto, deciso e, come sempre, senza nessun ricorso al politichese, in perfetto stile Ezpeleta. Un modo di fare e di essere che gli è costato ben più di qualche antipatia, ma che alla fine lo ha portato a ottenere continui successi. E pure qualche imprevisto riconoscimento. Come quello che il 29 gennaio gli consegneranno quelli dell’Associazione Stampa Sportiva di Madrid. Lui, il chiacchierato e burbero Carmelo Ezpeleta, premiato addirittura da quei giornalisti che spesso hanno provato a crocifiggerlo. Paradossi del motorsport. E’ proprio commentando la notizia di aver ricevuto il prestigioso premio che il CEO di Dorna ha voluto tracciare un po’ la rotta del Circus.
Guardare avanti come imperativo – dopo aver annunciato nei giorni scorsi che la MotoGP è sempre in vendita – con un’unica immagine fissa quando si guarda al passato: “Non mi tolgo mai dalla testa l’immagine di Marco Simoncelli che saluta il babbo prima della partenza di quel maledetto gran premio a Sepang del 2011. Purtroppo questa meravigliosa avventura delle corse in moto è stato segnato anche da momenti così brutti”. Guardare indietro, però, serve solo a onorare la memoria, mentre per celebrare la storia del motorsport, e anche la storia di chi per il motorsport e per la passione ha pagato il prezzo più alto, c’è una sola strada: andare avanti.
Carmelo Ezpeleta intende farlo partendo, appunto, dal più oggettivo dei dati di fatto: l’Europa non è più il mercato di riferimento. E partendo anche, però, dalla consapevolezza che i piloti, dopo aver digerito le Sprint, non accetteranno mai un calendario con più di 22 tappe totali. “Il limite è di 22 Gran Premi perché crediamo che sia giusto rispettare l'accordo che abbiamo con i costruttori e i team – ha spiegato - C'è un accordo di rotazione. In questa stagione ci saranno tutti i circuiti. Ma a partire dal 2027 beh, non lo so cosa succederà: sinceramente non credo che si possano mantenere i 4 GP in Spagna". A rischiare, come invece si era paventato, non sarà dunque l’Italia con Misano o con il Mugello, ma proprio la Spagna, visto che le date in calendario sono ben quattro. E’ molto probabile che non si andrà oltre i due GP per ogni nazione a partire dal 2027, così da lasciare spazio ad almeno un paio di tappe extraeuropee in più: una in Asia e l’altra, verosimilmente, negli Stati Uniti.
Se il tema del passato è quell’immagine di Marco Simoncelli e il tema del futuro è il calendario, però, Carmelo Ezpeleta non dimentica il presente. I temi del presente sono due: Marc Marquez e le giapponesi che fanno fatica. “Manca il Marc di prima – ha concluso - ma sono sicuro che sarà di nuovo competitivo perché è uno dei migliori piloti della storia del motociclismo. Anche Honda e Yamaha torneranno, è solo questione di tempo. In Giappone la pandemia è stata più forte, lì tutto si è fermato, mentre in Europa il lavoro è continuato. Sono sicuro che torneranno davanti e che sia giusto, perché Yamaha e Honda hanno fatto lo stesso in passato. Quando hanno vinto mondiali, sono state abbastanza generose da permettere delle concessioni prima a Ducati, poi a Suzuki, KTM e Aprilia per essere competitive”.