Per anni è stato un uomo Honda, lavorando nel team di Lucio Cecchinello, ma adesso Oscar Haro è ufficialmente un pensionato e non deve più farsi problemi a dire quello che pensa. Lo spagnolo, che da sempre è uno piuttosto diretto, ha partecipato con Nico Abad a un approfondimento su YouTube sui test di Sepang e c’è andato giù pesante nei confronti di HRC.
“La moto che Marc Marquez ha guidato a Sepang – ha detto – non è una rivoluzione e non lo so se questa è la strada giusta, perché già a Misano e Valencia non si sono visti grossi cambiamenti. Il punto è che senza Marc Marquez la Honda ha perso la bussola”. Qualcosa che non dice solo Oscar Haro, che però aggiunge: “Quando inizi a lavorare allo sviluppo di una moto e hai un pilota che è il pilota più forte di tutti, la punta di diamante come è Marc Marquez, tendi a incentrare tutto su di lui. Ma se Marc Marquez non c’è? E’ successo, e è successo che in questo modo anche la Honda s’è persa. Come tutti sappiamo, è Marc Marquez che sviluppa la moto, agli altri non danno nemmeno la possibilità di provare tante cose come Marc. Adesso non sarà facile trovare una soluzione, non ce l’hanno loro e non ce l’ho io. Anzi, se la avessi mi chiamerebbero subito”.
E’ la descrizione di una Honda che per tre anni ha sostanzialmente vagato nel vuoto, senza però voler ascoltare fino in fondo i suggerimenti dei piloti che c’erano, per evitare di restituire a Marc Marquez, quando sarebbe tornato, una moto che non sentisse più sua. Il risultato, però, è stato ancora peggiore, con Oscar Haro che si dice dispiaciuto anche per il trattamento riservato a Takeo Yokoyama.
“Uccidono Takeo , anche se dicono di averlo promosso in un altro settore di HRC –ha tuonato Haro - Nemmeno il feeling che Takeo aveva con i fratelli Márquez era il migliore del mondo. Allora lo fanno e portano uno della Suzuki , che lavora con un telaio totalmente diverso e un motore quattro tempi in linea, non c'entra niente. Questo nuovo ragazzo capo tecnico dovrà capire la Honda, ci vorrà tempo perchè è giapponese e non è un Gigi Dall'Igna. Neanche Gigi ha fatto una moto in una settimana ma gli ci sono voluti 3 o 4 anni per fare una Ducati che funzionasse veramente bene”.