Ce l’ha con Carlo Pernat, ma non solo. Carmelo Ezpeleta ha tuonato contro tutti quelli che hanno storto il naso per il nuovo format dei fine settimana di gara in MotoGP e in una intervista con As.com non ha esitato a sparare a zero. Ha fatto anche il nome del noto manager genovese, ma è chiaro che – essendo stato Pernat l’interprete principale e il megafono dei contrari alle Sprint Race – il CEO di Dorna ha voluto rispondere un po’ a tutti gli scettici e ai tanti articoli apparsi in queste settimane sui giornali.
“Pernat? E’ un personaggio simpatico, però ha il mio numero e non mi chiama mai – ha detto Ezpeleta con aria decisamente sarcastica – Non capisco perché non mi abbia chiamato. Capisco, invece, che tutti abbiamo dei timori ma è troppo facile dire cose come fa lui”. Parole, quelle del CEO di Dorna, che spostano un po’ l’attenzione rispetto alla problematica sollevata da Pernat, che fondava tutti i suoi dubbi dal sacrosanto punto di vista di uno che fa il manager dei piloti: chi pagherà per il doppio delle gare i protagonisti della MotoGP? Una domanda, questa, a cui Carmelo Ezpeleta ha risposto solo in maniera vaga: “E' un problema tra i piloti ei team – ha detto - Non ho niente a che fare con i soldi che guadagnano i piloti, devono vedersela con le case costruttrici”. Il punto, però, è un altro: la stragrande maggioranza dei piloti ha firmato i contratti quando le gare erano 21 e non 42 come avviene adesso dopo la decisione a sorpresa degli organizzatori della MotoGP, che hanno imposto il nuovo format dall’oggi al domani.
Ezpeleta, però, sembra aver trovato la più “astuta” delle soluzioni: eliminare la parola “race”. Come se il non far comparire il termine “gara” risolvesse il problema del doppio delle gare. “Chiamiamole solo Sprint” – ha scherzato. Il CEO di Dorna, piuttosto, ha ricostruito come si è arrivati al nuovo format, riconoscendo che c’era necessità di cambiare per ridare slancio a tutto l’indotto, anche se la gente del motorsport di cambiamenti non vuole mai sentire parlare: “La prima grande rivoluzione che abbiamo fatto è stata passare dalla 500cc alla MotoGP ed è stato brutale – ha ricordato - Poi anche con Moto2 e Moto3 lo stesso. E idem la centralina unica... Tutte le cose che abbiamo cambiato sono state criticate e, per ora, non abbiamo dovuto tirarci indietro mai. Dobbiamo innovare e pensare a quali cose possono essere migliorate in modo che le persone si affezionino al nostro campionato. Dobbiamo trovare un modo e ci preoccupa l'attenzione degli spettatori che c'era in alcuni posti e quello che ci stanno dicendo ora è che la partecipazione sta aumentando molto. Non so se è solo per le gare sprint, ma comunque i segnali sono positivi”.
L’addio di Valentino Rossi ha avuto un peso non indifferente, anche perché è arrivato negli anni del Covid19 e della crisi economica e anche la presenza solo saltuaria di Marc Marquez ha rappresentato un problema. Anche se Epzeleta rifiuta il paragone con il calcio spagnolo, che ha subito un calo tremendo quando Cristiano Ronaldo e Leo Messi sono andati a giocare altrove: “La perdita di Messi e Ronaldo non ha nulla a che fare con quello che è successo a noi del motomondiale – ha spiegato il CEO di Dorna - Per me Messi è un genio e il migliore della storia, e Ronaldo è un marcatore fantastico, ma qualcosa di diverso da Messi. Abbiamo molti ragazzi che verranno fuori. Dobbiamo dare loro la salsa e tutto ciò di cui hanno bisogno, e questo dipende da noi, in modo che questa nuova generazione diventi di nuovo più popolare. C’è solo da assestarsi: veniamo da un tempo in cui a dominare era Valentino Rossi, che era un pilota straordinario e una personalità magnifica. Se rivedi la storia della Coppa del Mondo, quando ho iniziato si diceva che gli americani sarebbero finiti e che non sarebbe rimasto niente, ma è apparso un certo Mick Doohan. Poi si diceva che quando Doohan fosse finito non ci sarebbe stato niente da fare, e ci sono stati due anni in cui hanno vinto Crivillé e Roberts Jr., che non erano super mediatici, ma poi è apparso Rossi, che ha corso contro ragazzi come Pedrosa, Stoner e Lorenzo, che stranamente si sono ritirati prima di Valentino. E poi è arrivato Marc, che è un grande eroe, ma ultimamente si è infortunato e siamo finiti un attimo in un vicolo cieco”.