Appena sente pronunciare il nome di Jannik Sinner, Nick Kyrgios esplode. Letteralmente. È come se avesse un interruttore automatico: lo attivi e parte l’invettiva. Che sia in un’intervista, in un video sui social, il risultato è sempre lo stesso. Non riesce a trattenersi. E se poi a dire che Sinner è il tennista “più intelligente” del circuito Atp sono Daniil Medvedev e Lorenzo Musetti, allora per Kyrgios la misura è colma: “Scandaloso”, ha scritto su X. La miccia è stata accesa da un video realizzato dagli organizzatori del Mubadala Citi DC Open di Washington, in cui veniva chiesto ai tennisti di indicare il collega più “smart” dell’intero circuito. Una clip da un minuto, con risposte varie: c’è chi fa il nome di Jessica Pegula, chi cita Barbora Krejcikova, chi Novak Djokovic. Poi arriva il turno di Musetti, che sceglie Sinner e aggiunge: “Non devo nemmeno spiegarti perché”. Medvedev lo segue, riflette qualche secondo e conferma la stessa idea. A quel punto Kyrgios, che di Sinner non perde occasione per parlare, seppellisce entrambi con una risata sarcastica e commenta online: “È indecente raccontarlo così in questo momento”.

Il messaggio è solo l’ultimo episodio di una crociata personale che Kyrgios porta avanti da mesi. Il tennista sembra nutrire un’ossessione verso il numero uno del mondo: lo attacca con costanza, lo punzecchia, ironizza, contesta ogni sua mossa. L’impressione è che la faida mediatica alimenti lo stesso Kyrgios, che da tempo non gioca ad alti livelli e sembra più concentrato sul suo personaggio che sul tennis. Pochi giorni prima, era intervenuto anche sul caso doping. Quando Sinner ha ufficializzato il rientro nel suo team di Umberto Ferrara, il preparatore atletico inizialmente allontanato dopo l’esplosione dello scandalo Clostebol, secondo Kyrgios “siamo stati presi in giro, signori”. Una frase che fa eco alla sua linea: critica durissima verso il modo in cui è stato gestito il caso, dal silenzio mediatico iniziale fino alla squalifica concordata con la Wada. Probabilmente l'australiano non si rende conto, suo malgrado, di essere al centro dell'attenzione proprio grazie all'uomo e al campione che lui stesso tenta di oscurare. Peccato, però, che mentre il nostro numero uno al mondo vive di luce propria, c'è qualcuno costretto ad accontentarsi di quella riflessa.