Sinner dorme bene (e lasciatelo dormire). Sinner mangia un hamburger con patatine in un giorno di sgarro. Sinner lucida la sua Ferrari 812 parcheggiata nel vialetto di casa sua a Sesto Pusteria. Qual è la ricetta del successo di Jannik Sinner? L’ossessione ha portato gli sguardi dei fan ben oltre il muro degli allenamenti, della dieta scientifica e della preparazione mentale che lo hanno reso il numero uno del mondo. Quando un fenomeno è così difficile da spiegare, allora si cade nel mito. Sinner è forte “perché” si lava la macchina da solo, da buona guida sulla via dello zen, perché “anche questo lo rende un campione”. Chiaramente vederlo come l’ennesimo gesto da maestro Miyagi è una tentazione forte. Tutto contribuisce al suo successo; ogni piccola scelta quotidiana è un punto a favore nel suo dominio del ranking Atp. Sarebbe brutto, invece, dire che Sinner stava solo pulendo la macchina. Ci sta, meglio coltivare i semi dell’epica, sempre e comunque. Quello della Ferrari è l’ultimo caso di una tendenza che esiste da sempre, ma che i social in generale e il trend del mindset hanno spinto oltre i limiti della ragione. L’idea che il controllo totale della propria vita possa portare a vincere Wimbledon, prima ancora delle fatiche vissute sul campo di allenamento. Gesti impercettibili che restituiscono l’immagine di una mentalità vincente.
La forza mentale di Sinner è probabilmente la caratteristica che più gli invidia il suo rivale Carlos Alcaraz, che dal punto di vista tecnico non ha niente da invidiare a nessun tenista del circuito. Jannik rimane lucido nei momenti che contano, e allenare questa qualità è più difficile che potenziare il fisico. Jannik Sinner è oggettivamente un fenomeno della mentalità. Il problema è che questo concetto si è allargato a dismisura, ben oltre il letto rifatto ogni mattina. Si va dalle immersioni nel ghiaccio e alle bucce di banana spalmate in faccia, fino alla pulizia della Ferrari e magari dei Rolex, lasciati in ordine e in fila nella loro custodia in legno, “guarda che precisione”. Forse vedendo Sinner fare cose normali, tralasciando il fatto che una Ferrari 812 non è una Polo in leasing, pensiamo di poter diventare come lui. Se teniamo pulito il cruscotto e mettiamo le etichette sui barattoli del cibo avanzato in frigo diventeremo i numeri uno. Ecco che il mindset, il “se vuoi puoi”, prende il posto delle differenze: nel talento, nelle capacità fisiche, nell’educazione, nei punti di partenza di ognuno. Un tempo era con il gossip che la gente comune si avvicinava alle vite degli intoccabili. Il pettegolezzo lasciava, piaccia o meno, la libertà di ipotizzare tradimenti e intrighi, giocare sui vizi dei ricchi e dei potenti. Insomma, di creare storie anche volgari e becere. Ora da quelle vite ci si aspetta qualcosa di diverso: che siano da ispirazione. E anche i migliori atleti si trasformano in mentori buoni per i corsi di crescita personale.

