“This comeback is personal”. E’ la frase affidata ai social da Jorge Martin nella giornata di ieri e che ha preceduto la pubblicazione di una serie di foto che raccontano la vita del campione del mondo dopo l’ennesimo infortunio. “Questo ritorno è personale”, scrive, ma cosa vorrà dire? E’ quello che hanno cominciato a chiedersi tutti sin dal secondo successivo alla pubblicazione di un post definito da tutti criptico e misterioso. Eppure dice forse molto di più delle tante, troppe, interpretazioni che si sono date in queste ore. Sì, perché nel frattempo Aprilia e lo stesso Martin hanno fatto sapere che il programma dell’All Stars, soprattutto l'evento in programma a Misano per il 31 maggio, non ha subito variazioni e che, quindi, tutto si svolgerà come annunciato. Non come se niente fosse, probabilmente, ma comunque come annunciato.

No, non è una notizia totalmente a parte. Perché? Perché fornisce una chiave per spiegare proprio quel post di Martin. No, non significa che tutto è stato sistemato, che Aprilia e l’89 andranno avanti insieme e che i fiumi di parole scritti sono stati inutili e frettolosi, ma, più concretamente e senza andare troppo oltre, significa che a un pilota, soprattutto a un pilota che è già campione, interessa una cosa sola: tornare in moto e respirare quell’aria lì. “Questo ritorno è personale”, quindi, è solo un modo per dire che ok tutto quello che sta succedendo intorno, ok un manager al lavoro per capire se potrà esserci o no un altro futuro e con il portafogli molto più pieno, ok le eventuali battaglie legali e i movimenti di mercato, ma il dovere di chi fa il pilota è solo quello di correre. Ecco, Jorge Martin vuole tornare a farlo e probabilmente con quel messaggio ha solo fatto sapere al mondo che adesso il suo programma di allenamento si è intensificato. Che non manca molto. E che, presto, sarà possibile riprendere in mano il gas. Lasciando che a prendere in mano la penna, per firmare nuovi contratti o rescindere quelli vecchi, sia chi si occupa di questo genere di cose.
Difficile capire quello che succederà nel 2026, se Martin sarà o meno un pilota Honda e se e come l’ingarbugliata questione con Aprilia potrà risolversi, mentre quello che non è difficile da capire è che, al di là di come andranno tutte queste cose, Martin vuole comunque provare a onorare ciò che resta di questa stagione. Magari – e perché no? – anche per accorgersi che le decisioni d’impeto sono sempre e solo dannatamente pericolose. E spesso pure sbagliate. Il resto attiene a “tutto quello che si può scegliere”, mentre la natura di un pilota resterà sempre “competere”. Che, poi, è un po’ anche quello che sembra dire Aleix Espargarò nel commento pubblicato appena sotto a quel post di Martin: “Quello che non cambi lo scegli tu”. E’ un riferimento a quello che si è scritto sul ruolo dell’ex Capitano dell’Aprilia rispetto alla nuova e clamorosa notizia di mercato? Probabile. Ma comunque ininfluente perché, appunto, riguarda ciò che è intorno alle corse.
Lo sanno più che bene anche in Aprilia. Anzi, soprattutto in Aprilia, visto che comunque c’è un fine settimana di gare alle porte e una stagione da onorare a prescindere, oltre che sogni che resteranno gli stessi con o senza Martin in sella a una RS-GP. Per ora a tutto questo dovranno pensarci Marco Bezzecchi e Lorenzo Savadori. Che fanno i piloti e che, per lo stesso principio appena sviscerato, devono (e vogliono), giustamente, solo correre. Magari correre e crescere. “Sarà bellissimo andare a Silverstone per la prima volta con l’Aprilia – ha detto il Bez nelle dichiarazioni ufficiali che precedono il GP - È una pista bellissima che mi piace, sicuramente il meteo sarà un’incognita. Continueremo a lavorare come stiamo facendo per ottenere un bel risultato”. A tenere con il fiato sospeso Lorenzo Savadori, invece, non sarà solo il meteo, ma anche la curiosità verso un tracciato semisconosciuto. “Silverstone è un bellissimo circuito – ha detto - ma è quasi del tutto nuovo per me. Ci sono stato in MotoGP nel 2021, ma stavo recuperando da un infortunio in Austria e ho partecipato solo a due sessioni. Prima di allora ci ho corso nel 2010 in 125 e nel 2013 in Superstock 1000, dove ho concluso terzo nella gara”.
