Cosa avranno di diverso dagli altri Marco Bezzecchi, Fabio Di Giannantonio e i fratelli Marquez nella prossima stagione? La moto! Per i quattro piloti dei Team Gresini e VR46, infatti, le Desmosedici “acquistate” da Ducati saranno “vecchie” di una stagione. Tutti gli altri piloti in griglia, infatti, saranno in sella ai prototipi 2024, visto che, stando a quanto si dice, anche Aprilia avrebbe sciolto le riserve, decidendo di fornire al neonato Team Trackhouse le RS-GP del 2024, affidate a Miguel Oliveira e Raul Fernandez. Tutte le altre squadre satellite, così come già accade da qualche stagione a questa parte, avranno lo stesso materiale di partenza del costruttore di riferimento.
Non è detto, però, che nel caso dei fratelli Marquez e di Bezzecchi con Di Giannantonio, partire con la Desmosedici campione del mondo nel 2023 sia uno svantaggio. E’ una moto che, di fatto, s’è rivelata imbattibile e che, come ha recentemente affermato anche Pecco Bagnaia, è stata praticamente perfetta, anche se molto diversa rispetto a quella del 2022. Nella fase iniziale del prossimo campionato del mondo, quindi, per i quattro ducatisti potrebbe esserci addirittura un vantaggio, visto che ci sono già a disposizione tutti i dati relativi alla moto con cui scenderanno in pista.
Una situazione, quella delle moto dell’anno precedente, che presto potrebbe non verificarsi più in MotoGP. E’ noto, infatti, che Dorna vorrebbe che ogni costruttore avesse una sola squadra satellite e è altrettanto noto che alla fine della prossima stagione Ducati potrebbe perdere il Team VR46 in favore di Yamaha, visti i continui corteggiamenti di Lin Jarvis a Valentino Rossi e visti i molti mal di pancia per le otto Ducati in pista. Si mormora, inoltre, che una squadra, proprio come accadde con Gresini e Aprilia in passato, potrebbe trasformarsi in semiufficiale aprendo a un nuovo marchio, che dovrebbe essere MV Agusta con la benedizione di KTM. Solo voci al momento, con il 2024 che di sicuro sarà comunque un anno di svolta.
Tutte le squadre satellite, infatti, stanno cercando di ottenere pacchetti all inclusive per le forniture e questo significa che, oltre alle moto, si cercherà di far rientrare tutto nel canone massimo stabilito da Dorna, che è di circa 2,2 milioni per ogni pilota. Un modo per coprirsi le spalle ed evitare che i costi diventino spropositati rispetto al preventivato, con squadre e costruttori che comunque, poi, resterebbero liberi di stringere accordi differenti per quanto riguarda tutto ciò che è fuori dalla specifica fornitura. Il riferimento, è chiaro, è allo stipendio dei piloti, con molti costruttori che pagano già direttamente il compenso dei riders, come nel caso di Jorge Martin con Ducati o dei piloti di GasGas.