“Paura di risalire in sella? In verità no, anche perchè non mi ricordo veramente niente del mio incidente” – In una sola frase di Franco Morbidelli c’è tutta la psicologia di uno che per mestiere fa il pilota di moto da corsa: l’assurdo rapporto con la morte e con tutta la vita che si celebra provando a sfidarla. Appena poche settimane fa il pilota italo brasiliano ha seriamente rischiato di lasciarci le penne. Era a Portimao, insieme a quasi tutti gli altri di Ducati, con una Panigale V4 uguale a quelle che si comprano in concessionaria, ma stava spingendo forte, nonostante si trattasse di un allenamento. Poi qualcosa è andato storto.
“Difficile dire che cosa – ha spiegato il Morbido – davvero non ho ricordi. Tutto quello che so è che ho rischiato veramente grosso. Non essere stato a Sepang e non poter girare qui a Losail in questi test mi scoccia, ma se penso a quello che sarebbe potuto succedere devo solo essere contento”. Una gran botta in testa e poi la perdita di sensi. “Non è stata una bella scena, mi ha raccontato” – ha proseguito il Morbido. Quel botto gli ha lasciato un coagulo in testa messo in evidenza da una TAC fatta poche ore dopo l’incidente. “I medici – ha spiegato nell'intervista per Sky di Sandro Donato Grosso – mi hanno detto che prendere un’altra botta in queste condizioni potrebbe essere molto, molto pericoloso. Quindi mi tocca stare fermo”.
Una doppia rinuncia, quella relativa a Sepang e a Losail, che però apre la strada alla possibilità di essere regolarmente al via del primo fine settimana di gara in Qatar, tra poche settimane. “Sì, ci sarò – ha confermato il pilota italobrasiliano – ho già avuto l’ok da parte dei medici e quindi si tratta solo di aspettare ancora un po’ di tempo”. Intanto, però, a Losail c’è volato lo stesso, anche se costretto a restare con una felpa Pramac e senza poter indossare la tuta. Stare lì insieme alla sua moto e alla sua nuova squadra è stato un modo per lavorare comunque su tutto quello che serve prima di un debutto. E pure per capire un po’ i valori in campo. “Sono davvero affascinato da queste moto con tutta questa aerodinamica – ha proseguito – Ho tanta voglia di guidarle e essere lì con gli altri, ma proprio non posso”.
Essere a Losail, inoltre, è servito pure per ringraziare ancora, questa volta di persona, i fratelli Alex e Marc Marquez. “Sono andato da loro – ha concluso Morbidelli – per ringraziarli e anche per capire un po’ cosa è successo quel giorno a Portimao. Loro erano poco dietro di me e hanno visto. Il racconto, però, lo risparmio perché sarebbe un po’ splatter. Di sicuro mi è andata veramente bene e anche grazie a loro, che sono stati i primi a salvarmi”