“Nel 2019, in seguito all’incidente con la Honda in cui mi sono rotto due vertebre, la mia mentalità è cambiata in un secondo. Dal voler solo diventare campione del mondo, sono passato al volermi godere la vita senza rischiare più così tanto” – Lo ha raccontato Jorge Lorenzo, in una lunga videointervista (in fondo all'articolo) che in questi giorni è anche diventata virale sui social. Per nulla distratto (o bravo a mascherarsi) dall’avvenenza dell’intervistatrice, il cinque volte campione del mondo ha ripercorso alcune tappe della sua carriera, raccontando anche un po’ del suo controverso rapporto con il padre Chicho.
“E’ stato molto severo. Era un perfezionista e mi correggeva su tutto – ha spiegato – Non è stato facile, ma se sono diventato Jorge Lorenzo è anche grazie a lui e a questo suo atteggiamento”. Il sogno per il giovanissimo Jorge era diventare campione del mondo in classe regina. “Nel 2010, quando finalmente ho vinto il titolo, ho anche pensato di ritirarmi. E’ stato il momento più felice di tutta la mia carriera e per me poteva anche finire lì. Ho continuato solo perché poi sono subentrate altre motivazioni”. Di titoli in MotoGP ne ha vinti anche altri due, ma Lorenzo ammette che sia gli anni con Ducati che quello con Honda facevano già parte dell’ultimo pezzo di una storia.
“La mia moto preferita è stata chiaramente la Yamaha” – ha raccontato. Con la M1 ha scritto la storia, oltre che vinto molto, e sulla M1 è diventato anche il principale rivale di Valentino Rossi. “Ora siamo come marito e moglie, mi fa piacere che questa definizione sia arrivata proprio da lui – ha commentato il maiorchino - Quando ho iniziato in Yamaha, Valentino Rossi era all'apice della sua carriera e non voleva un pilota giovane al suo fianco. Ha fatto tutto il possibile per impedirmi di crescere, creando ostacoli e sfide”.
La stima, però, non è mai venuta meno, con un primo riavvicinamento tra i due che c’è stato già quando Valentino Rossi passò con Ducati. “Quando lui andò in Ducati o anche quando ci sono andato io, le cose tra noi hanno preso una piega migliore. Ma come compagni di squadra avevamo un rapporto quasi di inimicizia, entrambi volevamo sempre battere l'altro. Successivamente, quando uno dei due si è ritirato, i rapporti sono totalmente cambiati. Ora andiamo d'accordo, bene e cordialmente. Per me è un grande campione, una persona molto intelligente e con un grande carisma”.