"Lance, sei il mio fott*uto eroe". A dirlo era stato il nuovo compagno di squadra, Fernando Alonso, che prima del podio in Bahrain - dove ha festeggiato la grande competitività dell'Aston Martin con un ottimo terzo posto - ha voluto omaggiare Lance Stroll per il grande lavoro fatto per riuscire a tornare in pista solo 15 giorni dopo il suo incidente in bicicletta.
Si è parlato a lungo, negli scorsi giorni, delle condizioni di Stroll, domandandosi se fosse giusto correre o meno nelle sue condizioni fisiche, dopo le evidenti difficoltà alla guida e nell'uscita della monoposto. Lo stesso pilota canadese però non aveva mai, nel corso del weekend in Bahrain, parlato nel dettaglio di cosa fosse successo nelle settimane precedenti, non approfondendo il tema delle fratture e dell'operazione subita.
Dopo la fine del Gran Premio però, Stroll ha deciso di condividere attraverso i suoi canali social tutto quello che è davvero accaduto in queste settimane complicate per la sua carriera e la sua salute personale: "Oggi voglio prendermi un momento per riflettere sulle ultime due settimane e condividere la mia storia con voi - ha scritto su Instagram - sabato 18 febbraio sono caduto in bicicletta mentre mi allenavo in Spagna. Gli esami hanno evidenziato una frattura e uno spostamento del polso destro, una frattura del polso sinistro, una frattura parziale della mano sinistra e infine un’altra frattura dell’alluce del piede destro. Con l’inizio della stagione alle porte, il momento non poteva essere peggiore. Il mio team medico, all’inizio, pensava che non solo avrei saltato i test, ma realisticamente anche le prime gare. 48 ore dopo l’incidente e 12 giorni prima della prima gara, il dottor Javier Mir mi ha operato con successo al polso destro".
Ha poi proseguito spiegando come il Dottor Mir, famoso nel mondo del motorsport per aver operato molti piloti della MotoGP compreso Marc Mrquez: "Dopo l’intervento, il dottor Mir mi ha detto che sarei tornato per Gedda se avessi lavorato sodo e che con un po’ di fortuna era ottimista sul fatto che avrei potuto correre in Bahrain, ma era una possibilità remota. Ancora oggi sono convinto che l’urgenza dimostrata dal dottor Mir mi abbia aiutato a raggiungere il Bahrain. Il lavoro non era finito. Purtroppo, il dottor Mir mi ha spiegato che le fratture alla mano/polso e all’alluce della mano sinistra non erano adatte a essere fissate e che avrei dovuto affidarmi a un approccio più conservativo per guarire le altre lesioni. La mia équipe medica si è assicurata che facessimo tutto ciò che mostrava una qualche evidenza di guarigione ossea. È diventato il mio lavoro a tempo pieno, cercando di combinare tutto ciò che poteva essere utile, anche se dello 0,5%. Inizialmente i progressi sono stati lenti: avevo bisogno di molto aiuto anche per le attività quotidiane a casa. Ma la situazione è migliorata ogni giorno e una volta tolto il gesso il quarto giorno è diventato possibile correre in Bahrain. Il mio team medico ha elaborato un programma che mi avrebbe aiutato a ripristinare la mobilità e la forza dei polsi. La riabilitazione ha richiesto duro lavoro e perseveranza, ma con un’équipe medica incredibile e il sostegno dei miei amici e della mia famiglia, sono riuscito a superare il dolore e a tornare in pista in Bahrain con il mio team e i miei compagni di gara. E ce l’abbiamo fatta! Sono grato a tutti coloro che mi hanno sostenuto, inviato messaggi gentili e auguri".