Luca Salvadori analizza il Gran Premio di Spagna a Jerez parlando dei suoi protagonisti in positivo e non. Anzi, comincia proprio da chi è più in difficoltà ed ha un nome importante: Valentino Rossi e Marc Marquez, 17 titoli mondiali in due.
“È veramente triste vedere Valentino Rossi in questa situazione - ha esordito Luca nel suo Post GP di Jerez - Anche perché lo scorso anno, sulla stessa pista, era salito sul podio. In un anno è cambiato tutto. È passato al team clienti e corso le prime gare completamente sottotono, ma non riesco a spiegarmi un tracollo del genere così repentino. Ci potrebbe stare un calo, ma non così in fretta. Le sue dichiarazioni poi mi lasciano un po’ stranito, e mi chiedo se trovi davvero ancora gusto a correre in queste condizioni. Secondo me no, infatti il mercato si sta muovendo molto”.
Poi, sull’annuncio della VR46, che ha siglato un accordo con un principe saudita pari a 18 milioni di euro l’anno per cinque stagioni, Salvadori spiega che: “Forse Vale vuole correre con il proprio Team proprio per non avere dubbi sulla competitività dei suoi mezzi. Ma la sua moto è molto simile a quella di Vinales e Quartararo, quello che sta facendo la differenza adesso è Franco Morbidelli. Ha una moto del 2019, un motore che gira molto più in basso e nonostante tutto riesce a fare la differenza. Sono curioso di vedere su che moto investirà Valentino, si parla di Aprilia o Ducati. La moto di Noale può essere più economica, anche se quella bolognese offre un pacchetto più sicuro e conosciuto, e a differenza dei giapponesi ha sempre dato il massimo alle squadre clienti”. Continuando a parlare di Valentino, Luca spiega che: “Tutti si aspettano delle notizie da lui, ed è l’anno decisivo in cui dovrà decidere se andare avanti o ritirarsi. Ormai questa tiritera va avanti da anni, ma adesso ci siamo quasi”.
In seguito analizza la situazione di Marc Marquez, settimo in Portogallo e nono a Jerez, dove (a causa della stanchezza) è stato costretto a saltare anche gran parte dei test in programma il lunedì dopo la gara: “Marc Marquez è sulla stessa lunghezza d’onda di Valentino - ha raccontato Salvadori - non tutti sanno cosa voglia dire andare su di una MotoGP, tornare da un intervento e via dicendo, e anche io pensavo che avrebbe fatto meno fatica. Invece anche per uno come lui è difficile. Penso che stia nascondendo molto i suoi problemi fisici, non vuole darli a vedere. Anche perché se deve addirittura modificare la sua seduta in sella per sforzarsi meno vuol dire che la situazione è più seria di quando venga detto al pubblico”.
L’analisi continua con lo stile di guida dello spagnolo, decisamente diverso rispetto al passato: “Le cadute durante il weekend mostrano che non riesce più a fare quei salvataggi miracolosi di un tempo. Il motivo è molto semplice: la posizione di guida più conservativa, più in alto, non gli permette più di avere quel contatto con l’asfalto che gli serve a recuperare la moto. Oltretutto lo si è visto per tutto il weekend guidare male, mai fluido, mai in grado di buttarsi con la moto in inserimento curva. Invece abbiamo visto movimenti molto meccanici a compensare la fatica del braccio destro. E ha perso il suo cavallo di battaglia, come quella staccata portentosa con la moto di traverso. La verità è che per guidare la Honda bisogna essere al 110%. Appena stai al di sotto non riesci più a domarla”.
Ad ogni modo Luca predica prudenza nelle dichiarazioni a prescindere da tutto il resto: “La MotoGP è un ambiente di squali - ha dichiarato Salvadori - non puoi stare via un anno neanche se ti chiami Marc Marquez, fai due gare che non vanno bene i media stanno già parlando di Pedro Acosta come del nuovo Marc. Dicendo che non si riprenderà più, che la carriera è finita perché non è più esplosivo come un tempo. Ho notato che sia a Portimaõ che a Jerez lo abbiamo visto sempre molto stanco. In passato finiva le gare così tranquillo che sembrava fosse andato a fare la spesa. Invece ora è stanchissimo. E secondo me il motivo è non avere più la sicurezza. Quando fai tutta la gara in tensione diventa devastante. E non è questione di allenamento, se guidi in tensione la fatica decuplica”.
Infine fa una considerazione su Ducati, che dopo un inizio di stagione in sordina (ma soltanto in relazione alle aspettative) ha dominato in una pista storicamente molto ostica: “In una pista completamente sfavorevole per le rosse, le Ducati hanno fatto una doppietta pazzesca. Complimenti anche a Miller, che ha subito la pressione ed ha saputo uscirne. Penso che sui piloti abbiano fatto una scelta vincente, anche se questo inverno venivano attaccati. Ora Bagnaia è primo nel mondiale e si spera che continui così, non so come faranno con il discorso delle ali, perché Miller le ha grattate tutte”.