Le polemiche non finisco mai. Dopo tre ore di gara, quattro partenze, tre bandiere rosse e solo dodici monoposto arrivate alla bandiera a scacchi su venti piloti in griglia di partenza, un nuovo caos colpisce Melbourne dopo una domenica da dimenticare per lo sport internazionale. Questa volta però non è stata colpa della FIA, presa di mira per la pessima organizzazione della gara in termini di sicurezza, sportività e risultati, ma sotto il mirino delle critiche nel post gara australiano c'è anche la sicurezza fuori dalla pista, quella dei tanti tifosi presenti in autodromo.
Poco prima della fine del Gran Premio infatti un numero considerevole di tifosi è riuscito a scavalcare le transenne e le reti che separano le tribune dalla pista, entrando all'interno del tracciato prima dello sventolare della bandiera a scacchi. Una situazione che fortunatamente non ha provocato danni, anche grazie alla presenza della safety car in pista che ha accompagnato i piloti nell'ultimo giro dopo l'ennesima ripartenza, ma che si sarebbe potuta concludere con una tragedia. La presenza di spettatori sul tracciato infatti non è pericolosa solo per gli stessi, che mettono a repentaglio la loro vita correndo in uno spazio dedicato ai piloti che non si aspettano persone al centro della pista, ma mettono in pericolo anche gli stessi protagonisti del Gran Premio che, spaventati dall'improvvisa invasione, potrebbero reagire in modo pericoloso alla vista dei tifosi, provocando incidenti contro le barriere o con altre monoposto nel tentativo di non colpirli.
Inoltre a Melbourne alcuni fans si sono avvicinati alla Haas di Nico Hülkenberg, parcheggiata subito dopo la bandiera a scacchi all’uscita di curva 2 con la luce ancora lampeggiante nel retrotreno, per non rischiare la squalifica a causa del basso carico di benzina. La monoposto non era quindi ancora stata messa in condizioni di sicurezza e i tifosi avrebbero potuto ferirsi, ad esempio a causa delle comuni scariche elettriche, o compromettere la vettura stessa salendoci sopra, spingendola o anche semplicemente toccandola.
Con la pubblicazione dei video incriminati alcuni utenti, presenti a Melbourne, hanno incolpato "i nuovi tifosi" di queste invasioni, descrivendoli come non adatti alla vita in circuito: "Ad essere onesti, come partecipante alla gara di quest'anno e di altre oltre 20 gare in precedenza nella mia vita, è stata la prima volta che sono stato al mio GP di casa e ho pensato "ci sono così tanti seg**oli qui quest'anno. I fan di F1 del passato avevano un pedigree molto più alto di quelli di oggi... Purtroppo è l'impatto di Drive to Survive".
Mentre si attendono notizie più precise su quali falle al sistema di sicurezza abbiano portato a questo risultato, Australian Grand Prix Corporation – promoter dell’evento – ha ammesso le lacune viste nel weekend, scusandosi e promettendo ulteriori chiarimenti nel prossimo futuro. Una cosa è certa però, questa non è la prima volta per l'Australia: già lo scorso anno infatti erano stati avvistati alcuni tifosi in pit lane a pochi metri dalle monoposto in condizioni di totale mancanza di sicurezza.