“Sorridere dei guai e pensare che domani sarà sempre meglio”. Lo cantava Vasco Rossi tanti anni fa, ma è la filosofia di tanti in MotoGP. O, almeno, di tutti quelli fatti con lo stampo di una volta: manetta aperta sempre, tanta passione e prendere il buono anche quando sembra non esserci. Ecco perché il “ricongiungimento” tra Jack Miller, il più psyco dei piloti della MotoGP e Pramac, il team campione del mondo con l’anima da toscanacci potrebbe essere il plus allo spettacolo di un intero campionato. E sì, anche quando le cose non vanno come si sperava, un modo per trovare la goliardata si trova. Non ci credete? Guardatevi il video di Jack Miller, che dopo aver assaggiato la ghiaia anche nella Sprint di Buriram, si mette a raccogliere uno per uno i sassolini che s’è riportato nel box. I musi lunghi non servono e è esattamente questo il messaggio che passa dopo un inizio di stagione che sarà pure misero in termini di punti messi nel sacco, ma che racconta di una squadra che saprà dire la sua anche ora che è con Yamaha e di un pilota che ha ritrovato la manetta e pure la voglia di scherzare. E che adesso deve solo fare attenzione a non esagerare.
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“Miller per fare il giro che ha fatto con la Yamaha e che gli è valso la sesta casella in griglia ha spento il cervello” – aveva scherzato Fabio Quartararo dopo le qualifiche. E spegnere il cervello è, almeno a sentire lo stesso Miller, ciò che gli è capitato quando dopo pochi giri dal via della Sprint stava veleggiando a ridosso dei primi come non gli capitava, ormai, da un sacco di tempo.
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“Non è così che volevo che andasse la prima Sprint della stagione, ma è così che è andata così – ha dichiarato l’australiano subito dopo aver raccolto tutti i sassolini nel box - Avrei dovuto usare un po’ più la testa, ma dopo mesi senza gare e ritrovandomi subito così competitivi è stato facile lasciarsi trasportare. Ho cercato di stare con Morbidelli, che stava cercando di raggiungere anche Bagnaia, sperando che la loro battaglia mi aiutasse a colmare il divario mentre io mi allontanavo dai piloti dietro di me. È un peccato perché mi stavo davvero divertendo”. Sì, si stava divertendo e s’è visto. Come s’è visto che anche in Pramac la pagina è voltata e che nessuno lì ha intenzione di accontentarsi dopo un titolo mondiale vinto come team satellite e un passaggio a Yamaha che molti avevano definito “puramente commerciale”. Ci credono e non perdono occasione per dimostrarlo, tanto che anche lo stesso Fabio Quartararo, che invece guida una M1 ufficiale, s’è detto impressionato da come lavorano nel box di Pramac. La parola d’ordine, come ha più volte ribadito il patron Paolo Campinoti, deve essere una sola: divertirsi.
E’ probabilmente quello che Gino Borsoi ha ripetuto anche a Miguel Oliveira dopo la prestazione opaca di oggi. “Considerando che sono partito così indietro sulla griglia – ha detto il portoghese dopo la bandiera a scacchi - finire a soli sei secondi da Quartararo non è stato male, il mio ritmo non era male. In questo momento non possiamo confrontarci con i primi, siamo ancora indietro. Dobbiamo usare la prima Yamaha come riferimento, ed eravamo a due decimi al giro dal ritmo di Fabio”. Non abbastanza per giocarsela, ma molto per provare a osare. Nell’unico box in cui anche “le punizioni” sono un modo per giocare.