Per la prima volta dopo l'edizione speciale del 2021 il Circuito di Portimao vede ritornare tra il suo sali-scendi di curve il WEC, uno dei campionati motoristici più prestigiosi, entrando nel calendario della stagione 2023 come tappa fissa. Dopo le Mille miglia di pura azione dall'altra parte dell'oceano, a Sebring, le aspettative erano altissime per la prima "gara corta" della stagione e la tappa portoghese non si è di certo fatta pregare per l'azione in pista. Le lotte per i sorpassi sono state più volte definite un'autoscontro e non c'è stato un giro di condizioni stabili: c'era sempre una bagarre in corso.
Di certo non sono mancati i colpi di scena, positivi e negativi, a partire da quanto successo al venerdi durante le prove libere della Porsche Carrera Supercup Iberica: un pilota della categoria di supporto del mondiale ha perso la vettura - in seguito alla rottura dei freni - a curva uno, finendo a schiantarsi sulle tribune; per fortuna non c'erano tifosi seduti esattamente dove la 911 è stata catapultata e il pilota ne è uscito illeso, ma gli attimi di timore sono stati agghiaccianti.
Al tramonto di sabato hanno preso il via le qualifiche: in GTE il pilota più veloce è stato Ben Keating, al volante dell'unica Corvette in griglia, seguito dalle ragazze delle Iron Dames e dalla Ferrari #21 di AF Corse. In LMP2 è arrivata la prima pole per il team Prema, con Mirko Bortolotti che, nonostante la multa salata che è stata recapitata al team vicentino colpevole di aver toccato la macchina quando ormai non era più possibile farlo, ha chiuso un giro maestoso. In Hypercar, dopo la prestazione della Ferrari 499P a Sebring, tutti gli occhi erano sull'equipaggio di Fuoco, Nielsen e Molina, ma in territorio iberico è stata la Toyota di Brendon Hartley a prendersi la pole, seguita dalla vettura sorella di Kobayashi. Seconda fila tutta rossa con le Ferrari, con subito dietro Porsche e Peugeot, poi Cadillac e a fondo griglia i due team privati, Glickenhaus e Vanwall, ancora alla ricerca della quadra giusta.
In HYPERCAR sfortunati in Ferrari ma anche Toyota incontra i primi ostacoli
Partite in parata le due Toyota sono state subito insidiate dalla Ferrari di James Calado che scattata dalla quarta piazza si è intraposta tra le due Hypercar giapponesi. Un po' più in difficoltà invece Nicklas Nielsen, al volante della #50, che ha perso la posizione anche sulla Porsche ma che ha recuperato immediatamente, segnando tempi sempre più buoni fino a scavalcare anche il compagno di squadra Calado - decisamente infastidito dalle richieste del muretto di invertire le posizioni. Dopo che Sebastien Buemi è riuscito a riprendersi la seconda piazza le due Toyota GR010 sono scappate via, creando un gap di quasi mezzo minuto nel giro di quindici giri.
Nonostante sembrasse tutto rose e fiori per la casa nipponica, la FIA ha richiamato la vettura #7 ai box per cambiare la trasmissione per delle anomalie notate, facendo perdere il vantaggio creato con Conway che è rientrato in pista con 7 giri di svantaggio. Dopo le analisi di Toyota è stato rilevato il problema effettivo della GR010, che effettivamente in pista non mostrava grandi difficoltà: sulla vettura è andato in tilt il sensore della coppia che manda tutti i dati essenziali a FIA ed ACO. Lo svantaggio di Toyota è risultato però un'occasione succosa per Ferrari, Porsche e Cadillac che hanno visto più possibilità di salire sul podio: i tre costruttori non hanno perso tempo e si sono messi subito a caccia di grandi prestazioni, con l'arrivo anche delle Peugeot a battagliare grazie ai miglioramenti rispetto alla gara americana.
Come preannunciato, la prima Hypercar a tagliare il traguardo è stata la #8 di Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa, con ben due giri di vantaggio. Secondo podio consecutivo per la #50 di Fuoco, Molina e Nielsen che, a parte qualche sbavatura quà e là, non ha avuto nessun problema, seguiti dal primo piccolo successo della Porsche, terza con la n. 6 di Lotterer, Vanthoor ed Estre.
La 499P di Giovinazzi, Calado e Pier Guidi invece è stata nuovamente colpita dalla sfortuna: già l'ex pilota di F1, Antonio Giovinazzi, aveva manifestato scontento nella guida della vettura, lamentando problemi soprattutto in frenata durante il suo stint. Dopo il pit stop - in cui la Scuderia ha cercato di risovere minimamente il problema - con Pier Guidi al volante le cose sembravano sistemate ma a circa un'ora dalla bandiera a scacchi la 499P ha dato ulteriori problemi, sempre all'impianto frenante, costringendo l'equipaggio a rallentare drasticamente scendendo dalla terza alla sesta posizione. Nonostante i problemi, è da menzionare l'incredibile bagarre tra Pier Guidi e Makowiecki, al volante della Porsche n. 5, per la quarta posizione: nonostante i circa 70 giri sulle gomme del francese, la Porsche ha dato del filo da torcere al pilota italiano, sopraggiunto poi dalla Toyota in fase di recupero. Podio dolceamaro anche per la casa tedesca di Porsche, che ha visto la vettura #6 a podio dopo una gara positiva rispetto alle prestazioni di Sebring, con la vettura ingaggiata in bagarre e tanto veloce da pensare di poter sopraggiungere la #50 di Fuoco a un certo punto, mentre la #5, dopo aver battagliato l'anima con la Ferrari, si è fermata a pochi metri dall'inizio della pit-lane, lamentando problemi al volante. La quarta piazza invece se la sono aggiudicata Bamber, Lynn e Westbrook al volante della Cadillac blu elettrico, dimostrando un buon passo in vista dei prossimi appuntamenti.
Peugeot invece è arrivata in Portogallo in grande forma rispetto alla delusione americana, con entrambe le vetture che sono riuscite a tagliare il traguardo ingaggiando anche qualche bagarre durante le sei ore. Sicuramente non è il risultato che il team francese vuole, con la #94 quinta e la #93 settima, ma una gara così era necessaria per animare di motivazione sia gli ingegneri, che i meccanici, che i piloti! Gli scontenti del weekend sono invece sempre loro: Glickenhaus e Vanwall. Nonostante gli sforzi, la 007 LMH aveva un passo nettamente inferiore mentre l'Hypercar austriaca ha avuto problemi ai freni seguiti dal cedimento del motore durante lo stint di Jaques Villeneuve. Il Campione del Mondo di F1 si è girato finendo a muro, provocando l'unica Safety car della corsa e ritirando inevitabilmente la Vanderwall.
Un autoscontro da fuoriclasse: quante battaglie in LMP2
Se ci fosse un premio da dare alla vettura che fa più spettacolo in pista probabilmente a vincerlo sarebbe la LMP2. In pole è partita la piccola Doriane Pin - al volante della Prema n.63 che condivide con Bortolotti e Daniil Kvyat - che si è dovuta difendere subito dagli attacchi della Vector Sports #10 e della United Autosports #23. Tutta la griglia si è trovata a battagliare per tutte le sei ore, con duelli all'ultima sportellata al tornantino, a curva uno e perfino sui rettilinei. La leadership se la sono contesa principalmente le due United e la Prema partita in pole, con la vettura sorella n. 9 guidata dal trio giovanissimo di Juan Manuel Correa, Filip Ugran e Bent Viscaal un po' più indietro.
Primo sotto la bandiera a scacchi, dopo una gara più che sudata, ha transitato Oliver Jarvis, al volante della United Autosports #23 condivisa con Josh Pierson e Giedo Van Der Garde, seguito dalla #22 di Frederick Lubin, Philip Hanson e Ben Hanley per una doppietta britannica. Terza dopo le grandi imprese di Louis Deletraz nei corpo a corpo con Yifei Ye (Hertz Team Jota), la #41 del Team WRT, insieme a Rui Andrade e Robert Kubica.
Corvette vince, ma sul podio hanno spiccato le quattro ladies del WEC: quanto vanno veloci le Iron Dames e Lilou Wadoux
Le lotte serrate non sono mancate nemmeno in GTE, che ha visto la seconda vittoria stagionale della Corvette #33 sotto minaccia fino agli ultimi metri. Ben Keating, autore della pole position, è riuscito a mantenere la leadership per poco, finché non è arrivato Diego Alessi, in sostituzione di Stefano Costantini sulla Ferrari 488 #21 di AF Corse, a dominare il resto della griglia. All'inseguimento delle due si sono subito palesate le Iron Dames, alla partenza guidate da Sarah Bovy, e Luis Perez Companc, al volante di un'altra Ferrari, quella del team Richard Mille by AF Corse, che vede in equipaggio il giovane italiano Alessio Rovera e Lilou Wadoux, due delle promesse dell'ala Competizioni GT della Scuderia di Maranello.
La vittoria se la sono portati a casa gli americani della Corvette, ma l'attenzione sul podio era tutta per le quattro ladies presenti: l'equipaggio di Lilou Wadoux ha terminato la gara in seconda posizione mentre le Iron Dames, dopo una gara senza problemi, hanno conquistato la terza piazza. Un podio che lancia un messaggio fortissimo: le donne vanno forte quanto gli uomini e ormai nessuno può smentirlo. Un po' in difficoltà durante il weekend le restanti Porsche, che non hanno conquistato nulla di concreto, e le Aston Martin.
Questo weekend il WEC ha riconfermato i motivi per cui va seguito: sei ore di gara senza mai un momento di noia, con il campionato più che aperto e due nuovi vincitori di categoria in Hypercar e in LMP2; lo spettacolo tanto ricercato dalla Formula 1 questo weekend l'endurance ha saputo trovarlo facilmente, scrivendo una delle gare più interessanti e divertenti della sua storia. Il prossimo appuntamento sarà sulla pista delle piste, Spa Francorchamps, il 29 Aprile: con le temperature più basse tipiche delle Ardenne chissà quali sorprese potremmo trovare.