Negli scorsi mesi abbiamo visto online decine di "finte" interviste realizzate grazie alla tecnologia dell'intelligenza artificiale. Il Corriere della Sera - solo per citare uno dei tanti giornali che hanno sfruttato questa occasione - ha "intervistato" Enzo Ferrari nel giorno del suo 125esimo anniversario di nascita. Anche noi di MOW ci abbiamo provato, ponendo qualche domanda all'Ayrton Senna di AI, ottenendo però risposte neanche lontanamente verosimili e capendo ben presto che questa tecnologia ha ancora molti passi in avanti da fare. Un gioco editoriale e stilistico in cui in tanti si sono addentrati, provando a porre domande attualissime a personaggi di un'altra epoca. Nessuna notizia, ovviamente. Ma una lettura divertente, diversa, a volte anche motivo di riflessione.
Chiarissimo però, fin da subito, il ruolo giocato dall'intelligenza artificiale: un po' per la scelta dei personaggi intervistati - tutti deceduti da tempo, dal già citato Enzo Ferrari a chi ha provato a porre domande a Steve Jobs, Napoleone, Shakespeare o a personaggi immaginari come Iron Man - e un po' per la dovuta chiarezza dell'informazione: fondamentale infatti in questi casi mettere in evidenza fin subito, e nel titolo, che non si tratta di una vera intervista con il personaggio in questione.
Se poi si fa riferimento a persone ancora in vita, che in qualche modo possono o potrebbero rilasciare vere dichiarazioni in qualsiasi momento, chiarire questi punti con estrema puntualità e giusto spazio diventa ancora più fondamentale. Ed è proprio quello che non è stato fatto dalla rivista tedesca Die Aktuelle, testata al centro delle polemiche per la pubblicazione in prima pagina di quella che viene descritta come la "prima intervista a Michael Schumacher" dopo l'incidente sulle nevi che ha cambiato per sempre la sua vita alla fine del 2013.
L'intervista, interamente realizzata sfruttando l'intelligenza artificiale, non è quindi descritta come tale ma spacciata come un vero e proprio scoop, in quella che se vera sarebbe la notizia dell'anno per ogni appassionato di Formula 1. Una vera e propria fake news sotto forma di intervista sbattuta in prima pagina, con botta e risposta tra lo "Schumacher" di AI e un intervistatore che - neanche a dirlo - non firma il pezzo, lasciando senza nome il terribile contenuto. Tra domande sulla sua condizione di salute e continue allusioni "sull'esclusività" del servizio, Die Aktuelle cita solo sul finale l'uso di Character.ai con una chiosa tanto insignificante quanto ridicola: "Sarà stato veramente Schumacher a rispondere o una piattaforma di Intelligenza Artificiale? Le risposte sembrano ingannevolmente reali! Troppo bello per essere vero?".
E quello che ha tutta l'aria di essere un vero insulto verso il sette volte campione del mondo e verso tutta la sua famiglia, che ha già dichiarato future azioni legali contro la testata, non è neanche un caso isolato: Die Aktuelle aveva già trattato il caso del Kaiser nel 2014 quando, a meno di un anno dal suo incidente, aveva pubblicato una fotografia risalente al periodo precedente in cui si poteva vedere Schumacher prendere il sole in giardino, facendo però intendere che lo scatto fosse recentissimo, e che Michael fosse quindi in ottime condizioni di salute.
Se la completa mancanza di una morale giornalistica non fosse così sufficiente per indignarsi contro l'operato del Die Aktuelle, in questa storia entra pesante e impossibile da ignorare l'ombra di una cattiveria gratuita, di una mancanza di sensibilità, di rispetto, di onore. Michael Schumacher è un idolo in tutto il mondo, un Dio in Germania, un uomo che ha vinto tanto, tutto, e che tutto ha perso nel 2013. Un campione che da quasi dieci anni combatte nel silenzio di una condizione che la famiglia ha voluto mantenere privata e che continua, costantemente, a dover ribadire come tale. Dalle interviste di ex colleghi alle dichiarazioni di chi giura di averlo visto, passando per l'ignobile storia delle foto scattate da un amico di famiglia (che provò a venderle alla stampa), fino a questa ennesima, infinita, mancanza di rispetto.
Che Michael Schumacher ha sempre deciso tutto. Ha sempre fatto tutto a testa alta, con l'orgoglio tedesco che lo ha reso indimenticabile dentro e fuori dal mondo della Formula 1. E vedere una prima pagina come quella del Die Aktuelle non fa altro che ricordare a tutti quanto invece, il suo silenzio, sia più forte che mai. Quanto quell'intervista fasulla tutti avrebbero voluto fosse vera, anche solo per pochi secondi. Ed è qui, la peggiore delle colpe per chi questa storia l'ha pensata, realizzata, pubblicata. Giocare sulla speranza, oltre che sull'inganno. Non è l'ennesima intervista con intelligenza artificiale riuscita male, esagerata. E' una farsa, un reato.
E mentre loro si chiedono, alla fine dell'intervista, se queste finte risposte non siano "Troppo belle per essere vere?", a noi non resta che chiederci se la loro idea non sia forse "Troppo stupida per essere vera". Perché questo c'è, in questa storia. Troppa voglia di emergere, in qualunque modo, senza un briciolo di morale, di amore per gli altri, per chi lotta, per chi resta. E troppa, davvero troppa, stupidità.